di Gionata Chatillard
Anche per la Moldavia il Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa è ormai carta straccia. Il Governo di Chisinau ha infatti annunciato la sospensione dell’accordo, spiegando che il contesto attuale è ormai profondamente mutato rispetto a 30 anni fa. Il Trattato fu infatti firmato nel 1990 dai paesi della NATO e del Patto di Varsavia, con l’obiettivo di imporre limiti precisi alle armi in possesso dei paesi sottoscriventi. In seguito, tuttavia, l’espansione della NATO in Europa orientale ha cambiato radicalmente l’equilibrio di forze nel Vecchio Continente, rendendo ormai obsoleti i termini dell’intesa, a cui la Moldavia aderì nel 1992.
Vari tentativi di modifica furono portati avanti negli anni ’90, ma sostanzialmente senza successo. La stessa Russia sospese la sua partecipazione già nel 2007, per poi ritirarsi definitivamente dal Trattato a giugno dell’anno scorso. Un provvedimento che Vladimir Putin attribuì proprio all’espansionismo occidentale, accusando gli Stati Uniti e i loro alleati di aver scelto la via dello scontro. Ipotesi, questa, che sembra adesso confermata dalla decisione di Chisinau di chiamarsi fuori dall’accordo proprio in un momento in cui la Moldavia sembra avere tutte le carte in regola per candidarsi a un’estensione del conflitto ucraino. E questo non solo per la situazione in Transnistria, ma anche per quella in Gaugazia.
Proprio il governatore di questa regione del sud della Moldavia, Evgenia Gutsul, è volata a sorpresa a Mosca nelle ultime ore per parlare urgentemente con Putin di “questioni regionali e geopolitiche complesse”. La leader della Gagauzia ha spiegato al capo del Cremlino come Chisinau stia destabilizzando questo territorio attraverso una serie di “azioni illegali” volte a restringerne l’autonomia. Uno scenario del tutto simile a quello della Transnistria, tanto che Putin ha offerto alla Gagauzia le stesse garanzie di sicurezza già offerte alle autorità di Tiraspol.
Non sorprende, quindi, che le prime vittime di questa escalation in Europa Orientale siano i trattati di disarmo firmati prima della caduta dell’Unione Sovietica, quando nel Vecchio Continente reggeva ancora un equilibrio capace di garantire quella pace che oggi sembra ormai un lontano ricordo.