di Fabio Belli
Ieri, 21 gennaio, intorno alle 10:05 ora locale, l’esercito ucraino ha nuovamente bombardato la città di Donetsk prendendo di mira un mercato affollato nel quartiere Kirovsky e causando la morte di 28 persone e 25 feriti, tra cui due adolescenti.
Il bombardamento, condotto con almeno sei proiettili da 152 e 155 mm forniti dalla NATO, è stato condannato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che in una nota ha precisato come gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili siano proibiti dal diritto internazionale umanitario, siano inaccettabili e debbano cessare immediatamente. Guterres ha tuttavia omesso di attribuire le responsabilità dell’efferato gesto.
Il ministero degli Esteri russo ha etichettato come “barbaro” il bombardamento puntando il dito contro l’Occidente che l’avrebbe sostenuto. “La Russia chiede a tutti i governi responsabili e alle strutture internazionali competenti di condannare fermamente questo brutale attacco terroristico. Il loro silenzio significherà la tacita approvazione dell’uccisione di civili e incoraggerà i neonazisti ucraini a commettere atrocità ancora più sanguinose”, si legge nella dichiarazione del ministero.
Successivamente il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha parlato di un “atto atroce di terrorismo”. “Il regime di Kiev continua a mostrare il suo volto selvaggio, colpisce le infrastrutture civili e le persone”, ha affermato Peskov.