di Fabio Belli
L’Arabia Saudita ha informato gli Stati Uniti che interromperà tutti i colloqui sulla normalizzazione dei legami con Israele.
È quanto riporta la testata on line saudita con sede a Londra “Elaph”, citando un funzionario israeliano. La motivazione di Riyad sarebbe dovuta alla posizione dell’attuale esecutivo di Tel Aviv, guidato da Netanyahu, considerato troppo estremista e distante dal volere un riavvicinamento con i palestinesi. Per i sauditi la conditio sine qua non per riallacciare i rapporti con Israele sarebbe l’attuazione della cosiddetta Iniziativa di Pace Araba del 2002 che prevede la creazione di uno Stato palestinese.
E mentre la decisione sorprende l’esecutivo israeliano, gli Stati Uniti starebbero lavorando per raggiungere un accordo, sebbene il il Segretario di Stato, Antony Blinken, abbia definito tale processo come molto impervio, inclusa la questione palestinese.
Ad ogni modo Riyad sembra irremovibile. Non a caso l’Arabia Saudita si è unita a Emirati Arabi ed Egitto nel condannare l’ultimo assalto, avvenuto domenica scorsa, alla moschea di Al-Aqsa da parte di centinaia di coloni ebrei che, sotto la protezione delle forze israeliane, hanno attaccato brutalmente i fedeli musulmani.