di Gionata Chatillard
Lo scorso luglio era toccato a Danone e a Carlsberg. Adesso è il turno di Ariston e Bosch. La lista delle aziende occidentali nazionalizzate dalla Federazione Russa si allunga, e dalla Farnesina arrivano anche le lamentele di Antonio Tajani, che ha convocato l’ambasciatore del Cremlino per chiedere spiegazioni. Anche se in realtà, sembra che da spiegare non ci sia poi molto. Se Ariston è finita nel mirino del Cremlino è perché la società italiana appartiene a un paese considerato “ostile” da Mosca. Questa è la ragione in virtù della quale Vladimir Putin ha firmato il decreto con cui affida a Gazprom la gestione della filiale russa dell’azienda marchigiana.
Oltre alle lamentele del ministro degli Esteri italiano, sono subito arrivate anche quelle di Bruxelles, che ha accusato Mosca di non rispettare il diritto internazionale. La Commissione sembra così ignorare che quello del Cremlino è un chiaro messaggio politico in risposta alle sanzioni occidentali, che viene per di più lanciato a pochissime settimane dal vertice del G7 che si terrà a Borgo Egnazia, in Puglia.
“Il Governo italiano è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali”, ha dichiarato Tajani, evitando di dire che sono state proprio le scelte del suo Governo ad aver reso la vita difficile alle aziende italiane in Russia. Da Ariston fanno infatti sapere che da quasi 20 anni le relazioni con le autorità locali sono state sempre “molto corrette”, il che ha permesso al marchio di elettrodomestici marchigiano di arrivare a fatturare circa 100 milioni di euro all’anno nel paese di Putin. Un capitale che d’ora in poi non sarà più gestito dall’azienda italiana, ma dalle autorità russe.
Intanto, sulla questione Ariston, l’Ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov, è stato convocato presso il Ministero italiano degli Affari Esteri. Paramonov avrebbe garantito che i provvedimenti rientrerebbero nel pieno rispetto della legalità e le misure intraprese sarebbero in risposta alle azioni ostili e contrarie al diritto internazionale di Stati Uniti e di altri Stati esteri. Nel ricordare le proficue relazioni del passato tra Italia e Russia, il diplomatico ha attribuito le responsabilità all’Italia rea, a suo dire, di aver sacrificato i reali interessi nazionali della Repubblica per partecipare a sterili e pericolose avventure geopolitiche anti-russe.