di Jeff Hoffman
Iran e Armenia hanno firmato un importante accordo di cooperazione militare per oltre 500 milioni di dollari.
L’accordo comprende sia la fornitura di vari modelli di droni sia sistemi missilistici di difesa aerea come Khordad-3, Majid, Khordad-15 e Shahid Arman.
Stando a quanto finora emerso l’Iran dovrebbe impiantare un numero non preciso di basi militari in Armenia avviando così un’ampia cooperazione di intelligence nonché l’addestramento delle truppe armene.
Rispondendo alle domande dei giornalisti l’ambasciatore iraniano in Armenia ha spiegato che Teheran non intende permettere guerre e disordini nel Caucaso meridionale anche in riferimento alle tensioni fra Armenia e Azerbaijan.
L’Unione Europea sta invece valutando la possibilità di abolire il regime dei visti con l’Armenia ed è pronta a fornire al Paese assistenza militare per un importo di 10 milioni di euro, ha prontamente fatto sapere l’antidiplomatico Josep Borrel da Bruxelles.
Non a caso, infatti, fu nel giugno del 2021 che la NATO chiarì, nero su bianco, che i membri della NATO dovrebbero sviluppare relazioni bilaterali, in particolare relazioni militari, con l’Ucraina e la Georgia, fino alla loro adesione all’alleanza, e che la cosiddetta Alleanza Atlantica dovrebbe espandere la propria presenza terrestre, marittima e aerea nell’intera regione del Mar Nero.
Ciò che Washington vuole è la libera navigazione nel mar Nero anche se, lo si è visto dal sabotaggio del Nord Stream in poi, terrorismo di stato e rivoluzioni colorate fanno comunque parte della strategia militare del Pentagono.
E la nave della guerra va.