di Margherita Furlan e Fabio Belli
“Un nuovo documento fondamentale che getterà le basi per le nostre relazioni a lungo termine”, è quanto ha affermato oggi il presidente russo, Vladimir Putin, in visita in Corea del Nord riferendosi all’accordo di partenariato firmato tra Mosca e Pyongyang. Un trattato che prevede i due paesi in eventuale assistenza reciproca in caso di aggressione contro uno di essi.
Putin, alla luce dei piani occidentali di consegnare aerei da combattimento F-16 a Kiev, non ha inoltre escluso la possibilità di sviluppare una cooperazione tecnico-militare con la Corea del Nord. Pyongyang, in base all’accordo odierno con la Russia, può ricevere moderni sistemi d’arma a raggio intercontinentale. Inoltre, Putin ha attirato l’attenzione sulle dichiarazioni degli Stati Uniti e di altri paesi della NATO sulla fornitura di sistemi d’arma ad alta precisione e aerei per attacchi contro la Russia.
“Questa non è solo una dichiarazione, sta già accadendo e tutto ciò costituisce una grave violazione delle restrizioni assunte dai paesi occidentali nel quadro di vari tipi di obblighi internazionali”, – ha affermato Vladimir Putin che non ha escluso la cooperazione tecnico-militare tra Russia e Corea del Nord anche nel contesto in cui l’Ucraina viene rifornita di armi occidentali.
“Respingiamo categoricamente i tentativi di alcuni paesi di attribuire a Pyongyang il deterioramento della situazione della sicurezza internazionale”, ha detto il capo del Cremlino, sottolineando che la Corea del Nord ha il diritto di adottare misure ragionevoli per rafforzare le proprie capacità di difesa, garantire la sicurezza nazionale e proteggere la sovranità.
Putin si è impegnato a compiere sforzi politici e diplomatici per eliminare la minaccia di un nuovo conflitto armato nella penisola coreana.
Prima dei colloqui, il leader nordcoreano ha sottolineato che Pyongyang sostiene pienamente ed è solidale con il governo, l’esercito e il popolo russo nello svolgimento dell’operazione militare speciale in Ucraina. Kim Jong-un ha descritto il Trattato di partenariato strategico globale come un documento pacifico e difensivo, definendo la Russia come “l’amico e compagno più onesto della Corea” e Putin il più caro amico del popolo coreano.
Il vice ministro degli Esteri russo, Sergeij Ryabkov, ha parlato delle future mosse dell’Occidente di voler seminare zizzania tra Mosca e Pyongyang. Ryabkov, secondo l’agenzia di stampa Tass, avrebbe inoltre discusso con i partner più stretti in Asia e in America Latina la questione dello stazionamento di armi a lungo raggio.
Dopo la Corea, il presidente russo si è poi diretto in Vietnam. Prima di raggiungere la capitale Hanoi, Putin ha affermato che Russia e Vietnam hanno approcci simili o vicini su questioni di attualità nell’agenda internazionale tra cui la posizione sulla situazione Asia Pacifico, accogliendo anche la posizione equilibrata di Hanoi sulla crisi ucraina. Inoltre, secondo quanto riferisce Reuters, Putin ha annunciato l’intenzione di lanciare progetti riguardanti il gas naturale liquido e un centro di tecnologia nucleare in Vietnam.
Nel frattempo, la Casa Bianca ha confermato un’accelerazione nella consegna degli F-16 in Ucraina. Secondo quanto riferito dai media svizzeri, Washington avrebbe ritardato la consegna contrattuale di missili intercettori a lungo raggio al paese elvetico per dare priorità alle esigenze militari dell’Ucraina.
Al contempo, il presidente della Duma di Stato della Federazione Russa, Vyacheslav Volodin, ha incaricato la commissione parlamentare competente di preparare una risoluzione sulla sospensione della partecipazione della Russia all’Assemblea parlamentare dell’OSCE. Mosca è sempre più staccata dall’Occidente e molto probabilmente non si curerà del nuovo pacchetto dell’Unione europea che prevede sanzioni contro 22 entità russe, tra cui le aziende fornitrici di gas naturale. Il tutto mentre la Danimarca è pronta a fermare il trasferimento delle petroliere russe tra il Baltico e l’Atlantico. Mentre l’ambasciatrice estone a Kiev Anneli Kolk ha affermato che Tallinn è pronta a discutere l’invio di truppe estoni in Ucraina nella vicina, la Polonia ha aumentato la prontezza al combattimento dell’esercito ad un livello di allerta maggiore per l’uso delle armi e in Svezia il parlamento ha votato un controverso accordo di difesa con Washington che, secondo l’opposizione svedese, potrebbe portare allo spiegamento di armi nucleari e all’ubicazione di basi militari statunitensi permanenti nel paese.
Sempre nella democratica Europa, precisamente in Francia, l’emittente radio Europe 1 ha riferito che Macron starebbe pensando alla possibilità di invocare l’articolo 16 della Costituzione del Paese per assegnarsi poteri di emergenza “in caso di disordini” dopo le elezioni dell’Assemblea nazionale. Elezioni che prevedono la conferma del verdetto delle europee, ovvero il trionfo del Rassemblement National di Marine Le Pen.
In Medio Oriente invece, il capo di Hezbollah Nasrallah ha affermato che “nessun luogo in Israele sarà al sicuro” dagli attacchi in caso di guerra, compresi obiettivi nel Mediterraneo.
Ha avvertito che se verrà “imposta” una guerra al Libano, i suoi uomini “combatteranno senza alcun pericolo regole, niente massimali”
La portaerei statunitense Gerald R. Ford non a caso è in rotta in queste ore proprio verso il porto di Haifa, nel nord di Israele, in vista di un’importante escalation militare con Hezbollah.