di Jeff Hoffman e Domenico D’Amico
Dopo la cittadinanza onoraria garantita a Julian Assange dalle città di Reggio Emilia, Lucera, Pescara e Napoli, Roma tentenna.
La mozione capitolina, promossa dal movimento Free Assange Italia e sostenuta in Campidoglio da Virginia Raggi, è in attesa ormai da circa cinque mesi. Anche oggi, pur calendarizzata, non è stata discussa.
Dichiara Virginia Raggi, sulla stranezza del comportamento diverso tra municipi di Roma e Consiglio Capitolino: “C’è una spaccatura tra il Pd capitolino e i vari consigli municipali, evidentemente qui sono arrivati ordini che invece non sono filtrati nella parte più periferica del partito che quindi si è espresso e si è esposto secondo coscienza…forse qui hanno chiesto un voto diverso. Noi continueremo a chiedere la calendarizzazione, siamo in aula per votarla, bisognerebbe che qualcuno iniziasse a chiedere alla maggioranza cosa vuole fare. Noi lo chiediamo ma ci vengono date risposte evasive. Se oggi non si esprimeranno con un voto, noi continueremo a chiedere che lo facciano: si dovranno esprimere prima o poi.”
La mozione risponde all’impellente necessità di impedire l’estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange, colpevole di aver svolto il proprio lavoro di giornalista d’inchiesta e aver messo a nudo le verità indicibili della guerra infinita ingaggiata da Washington.
Nel frattempo, sabato 30 settembre, a fare visita al cofondatore di Wikileaks nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, sono stati, insieme alla moglie Stella e ai figli di Julian, l’economista greco Yanis Varoufakis e il fondatore della storica band musicale Pink Floyd, Roger Waters, da sempre impegnati per la liberazione del giornalista australiano.
“Nonostante le condizioni draconiane siamo riusciti a trascorrere un pomeriggio adeguato con il nostro grande eroe”, ha dichiarato Roger Waters, rimandando a un secondo momento ulteriori commenti. “Dobbiamo continuare a combattere per ottenere ‘una giustizia adeguata’, cioè la liberazione immediata di Julian Assange”, ha poi concluso il musicista visibilmente emozionato.
Oltre alla Capitale, anche Forte Dei Marmi e numerose altri comuni italiani stanno discutendo e votando la stessa mozione a riprova che, nonostante il silenzio imposto dall’alto, la lotta per difendere Julian Assange e la libera informazione continua silente ma inarrestabile.