di Fabio Belli
Gli esponenti di ventidue associazioni hanno presentato una denuncia presso la Procura di Roma, affinché venga verificata la presenza di ordigni nucleari sul suolo italiano.
La denuncia è stata illustrata durante una conferenza stampa svoltasi proprio di fronte alla base di Ghedi, sito oggetto della verifica assieme alla base di Aviano. Verifica che dovrà appurare eventuali responsabilità penali di chi avrebbe autorizzato illegittimamente l’importazione e lo stoccaggio delle armi nucleari.
Tra i promotori dell’iniziativa figurano: Abbasso la guerra, Associazione Papa Giovanni XXIII, Pressenza e Coordinamento No Triv. oltre a personaggi noti come Moni Ovadia e padre Alex Zanotelli. La denuncia fa seguito alla ricerca della Sezione italiana di Ialana, un’associazione di giuristi impegnati contro le armi nucleari, secondo la quale a Ghedi si realizzerebbe il cosiddetto ‘Nato Nuclear Sharing Group’, con l’Italia obbligata a mettere a disposizione i vettori e a trasportare le bombe nucleari Made in USA. Aviano, invece, costituirebbe una vera e propria base degli Stati Uniti sul territorio italiano con all’interno le bombe B-61, progettate per l’impiego tattico da caccia F-16 e altri bombardieri.
La presenza di armi nucleari in entrambe le basi italiane, di cui non si conosce l’esatto numero, è ormai nota da anni. Oltre a non rispettare il Trattato di non proliferazione nucleare firmato nel lontano 1975, l’Italia non ha sottoscritto e ratificato un documento simile per la proibizione di tali armi approvato nel 2017 dall’Assemblea generale dell’Onu ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021 che vieta l’uso, la detenzione, la produzione, l’acquisizione e l’impiego di bombe atomiche