di Gionata Chatillard
L’allargamento del conflitto ucraino è già apparecchiato e, se nulla dovesse cambiare nei prossimi giorni, la Terza Guerra Mondiale sarà solo questione di tempo. A spiegarlo è l’influente analista Dmitry Suslov, vicedirettore di uno dei think-tank più vicini al Cremlino. Secondo l’esperto, il conflitto diventerebbe semplicemente inevitabile se gli Stati Uniti e i loro alleati -come tutto lascia presagire- dovessero decidere di inviare istruttori militari in Ucraina e di consentire a Kiev di usare armi occidentali per colpire il territorio russo. La risposta del Cremlino sarebbe a quel punto ineluttabile e nessuno sarebbe più in grado di fermare un’escalation che diventerebbe, per forza di cose, atomica.
Come fare, dunque, per spezzare l’inerzia di un processo che rischia di portare l’umanità sull’orlo del baratro? Secondo Suslov, di fronte alle continue provocazioni occidentali, a Mosca non rimarrebbe altra scelta che quella di sparare un colpo di avvertimento. E, più concretamente, un colpo nucleare, il cui obiettivo sarebbe quello di far riaprire gli occhi all’Occidente. Stati Uniti ed Europa, infatti, sembrano non avere più paura del fungo atomico. Vederne uno, afferma Suslov, potrebbe forse fargli cambiare idea.
Anche perché sul fronte di battaglia gli eventi sembrano ormai precipitare. Gli attacchi in territorio russo sono sempre più profondi e, a detta di diversi analisti militari, uno dei droni che negli ultimi giorni hanno colpito le stazioni radar di Mosca sarebbe niente meno che un ‘Tekever AR3’ di fabbricazione portoghese. Informazioni ancora tutte da confermare, dal momento che le dichiarazioni ufficiali in merito, anche da parte russa, non sono molte. In ogni caso, Lisbona aveva già confermato un anno fa che avrebbe fornito questi velivoli al Regno Unito, il quale, a sua volta, li avrebbe poi girati all’Ucraina. Un ulteriore indizio che il drone portoghese in questione potrebbe essere la prima arma occidentale ad aver oltrepassato le linee rosse dettate da Mosca.
Di fronte a questo panorama, è chiaro che il Cremlino non può restarsene con le mani in mano, né far finta di niente. Ed è proprio per evitare ulteriori e più pesanti provocazioni da parte della NATO che Suslov ha proposto all’Esercito russo di sparare per primo, in quello che sarebbe un test nucleare a scopo dimostrativo, ovvero non aggressivo. Una richiesta che non è avvenuta dietro le quinte, ma che è stata rilanciata a grandi titoli dai media più vicini al Cremlino. Con l’obiettivo, quindi, di lanciare un avvertimento a Washington e soci, ma forse anche di iniziare a preparare la popolazione russa a ciò che, ogni giorno che passa, sembra sempre più inevitabile.