di Gionata Chatillard
Se le condizioni mentali di Joe Biden sono sempre state oggetto di discussione da parte dei suoi avversari politici, negli ultimi giorni i dubbi sulla tenuta psichica del presidente degli Stati Uniti sono stati improvvisamente sdoganati da buona parte della stampa ufficiale. Anche perché adesso, a sollevare tali perplessità, non è solo Donald Trump, ma anche la magistratura.
Ad aprire le danze ci ha pensato una settimana fa il procuratore speciale Robert Hur, incaricato di gestire l’inchiesta sulle carte segrete di Biden. Pur scagionando l’inquilino della Casa Bianca, il magistrato ha comunque compilato un rapporto in cui definisce il presidente come un uomo “di buone intenzioni, ma con problemi di memoria”. Un deterioramento mentale che è servito a Biden per evitare la condanna, ma che ha sollevato dubbi sul suo immediato futuro come capo di Stato. Com’è possibile, infatti, che questi problemi di memoria siano sufficienti a scagionarlo, ma non ad allontanarlo dalla Casa Bianca?
A rincarare la dose, è stato poi nelle ultime ore il procuratore generale del West Virginia, Patrick Morrissey, che ha inviato una lettera alla vicepresidente Kamala Harris invitandola a invocare il 25° emendamento, disposizione secondo la quale lei stessa dovrebbe assumere i poteri del capo di Stato in caso di incapacità da parte di quest’ultimo. Nella missiva, il magistrato ha infatti spiegato che Biden non sarebbe fisicamente in grado di svolgere le sue funzioni a causa di un “profondo deterioramento cognitivo” che si sta manifestando attraverso numerosi “errori” e “vuoti di memoria”.
La lista, in questo senso, sarebbe lunga. Solo per citare le sviste più recenti, vale la pena ricordare che il presidente più anziano che gli Stati Uniti abbiano mai avuto ha confuso il Canada con la Cina, il leader dell’Egitto con quello del Messico, François Mitterrand con Emmanuel Macron e, in un omaggio involontario al genderfluid, Helmut Kohl con Angela Merkel. Errori che secondo il procuratore Morrisey sarebbero decisamente “gravi”, al punto da impedire a Biden di poter affrontare questioni importanti nei suoi discorsi pubblici.
Ma ciò che forse è più rilevante è che questo enorme repertorio di sviste sembra adesso essere uscito dalla sfera del gossip. Tanto che la stessa Kamala Harris, praticamente non pervenuta durante tutto il mandato di Biden, è improvvisamente salita alla ribalta non per rassicurare i cittadini sulle condizioni mentali del suo capo, ma per dichiarare di essere perfettamente in grado di sostituirlo. Una dichiarazione che getta ombre sul futuro politico dell’attuale presidente, ma che potrebbe anche preparare il terreno per la discesa in campo di Michelle Obama.