di Fabio Belli
La Bielorussia ha sospeso il Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa.
La legge sulla sospensione è stata firmata dal presidente Aleksandr Lukashenko e pubblicata sul Portale giuridico nazionale della Repubblica. Legge che dallo scorso aprile era stata introdotta in parlamento.
Il Ministero degli Esteri della Bielorussia ha commentato la decisione sostenendo che per più di trent’anni la Bielorussia ha adempiuto fedelmente e pienamente agli obblighi del Trattato, che prevedeva limiti sui livelli totali di armi ed equipaggiamenti convenzionali, essendo stato Minsk parte attiva per adattare il Trattato stesso alle nuove realtà geopolitiche. “Purtroppo”, si legge nella dichiarazione, “questo documento non è mai entrato in vigore a causa del rifiuto da parte della maggioranza degli Stati firmatari di ratificarlo con pretesti inverosimili. Eravamo pronti ad attuarlo nonostante i passi esplicitamente ostili da parte di alcune parti”, conclude la dichiarazione del Ministero.
La sospensione degli obblighi inerenti al trattato nei confronti della Bielorussia era stata già presa nel 2022 dalla Repubblica Ceca, a cui era seguita la Polonia. Nel novembre 2023, il Consiglio Nord Atlantico della NATO aveva annunciato l’intenzione degli stati membri di sospenderne le operazioni certificando de facto la cessazione del Trattato a trentun anni dalla sua entrata in vigore.