di Elisa Angelone
Ora che le cose sembrano mettersi male per gli Stati Uniti e i loro fidi alleati, l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense, John Bolton, torna a dire la sua. E lo fa in un articolo pubblicato sul Wall Street Journal in cui delinea senza mezzi termini quella che dovrebbe essere la “nuova strategia americana per contrastare Russia e Cina”. Una sorta di guida, insomma, per i candidati alle elezioni presidenziali previste il prossimo anno.
La strategia delineata da Bolton per la prossima amministrazione statunitense si basa su tre punti principali: il primo è l’aumento massiccio delle spese per la difesa da parte sia di Washington che dei suoi alleati, con un focus sulle armi nucleari. “Non saranno né un ricco stato sociale né i massicci schemi di redistribuzione del reddito a proteggerci dagli avversari stranieri”, scrive Bolton. Insomma, ben venga il degrado della società purché Russia e Cina vengano sconfitte.
Il secondo punto elencato da Bolton riguarda l’espansione delle alleanze di difesa collettiva. L’ex alto funzionario statunitense fa apertamente riferimento ad un allargamento della NATO con l’inclusione di Giappone, Australia, Israele “e altri paesi”, così come alla creazione di una sorta di NATO asiatica nell’Indo-Pacifico insieme a Corea del Sud e Giappone. La prospettiva, infatti, è quella di arrivare a includere anche Taiwan in “strutture di difesa collettive” e aumentare gli aiuti militari all’isola. Quanto al Medio Oriente, l’obiettivo sarebbe invece quello di escludere Mosca e Pechino dalla regione.
Il terzo punto riguarda invece la distruzione dell’asse Cina-Russia che oggi sta stravolgendo gli equilibri globali. Dopo la vittoria ucraina -che Bolton sembra dare per certa- e la probabile caduta di Putin, la frammentazione della Federazione Russa a est degli Urali, secondo l’ex consigliere americano, non sembra poi così impensabile. Bolton è certo che anche la Cina abbia in mente questo scenario, dal momento che si tratta di vasti territori ricchi di risorse minerarie. Quel che è certo, comunque, è che ci sta pensando Washington, che dovrà quindi fare di tutto per evitare che Pechino se le accaparri e arrivi addirittura ad ottenere un accesso diretto all’Artico.