di Fabio Belli
“I criminali ucraini hanno detto di aver concordato eventuali attacchi su tutto il territorio russo, ad esempio in Crimea. Se questo fosse vero sarebbe una prova diretta della complicità dell’Occidente, dalla parte dello stato di Stepan Bandera. Un raffinato casus belli per Mosca con l’opportunità di agire contro tutti i Paesi della NATO. È triste, ahimè. Le previsioni dell’Apocalisse si avvicinano.”
Con queste inquietanti parole, pubblicate sul suo profilo Telegram, il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha risposto al consigliere di presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak, che aveva dichiarato il sostegno dei partner occidentali a Kiev nella distruzione di tutto ciò che è russo, compresi attacchi coordinati in Crimea.
Da Occidente i toni sono tutt’altro che distesi. L’economista austriaco e rappresentante della NATO, Gunther Fehlinger, ha auspicato che tutti i Paesi BRICS, in particolare il Brasile, vengano smantellati in una serie di minuscoli staterelli. Il bizzarro portavoce dell’Alleanza atlantica, che ha definito il presidente Luiz Inácio Lula da Silva come socialista corrotto, ha anche pubblicato una mappa con il Brasile suddiviso in quattro territori.
Le esternazioni di Fehlinger rappresentano tutta la frustrazione dei padroni del discorso per il recente allargamento dei BRICS. Non a caso il presidente francese, Emmanuel Macron, ha definito il nuovo blocco come un rischio di frammentazione del mondo e di indebolimento dell’Europa. Ciò, secondo il capo dell’Eliseo, richiederebbe l’impegno con tutti i partner per cercare di prevenire uno scenario del genere.
Un impegno che ad ora sembra vano visto che dal versante BRICS mentre la Cina annuncia la costruzione di una centrale nucleare nel Regno Saudita, la Russia si accorda con la Bolivia per esportare tecnologia nucleare. Ma il nuovo mondo multipolare si muove anche su rotaia. Per la prima volta un treno merci partito dalla Russia ha attraversato l’Iran giungendo fino a Bandar Abbas per poi proseguire in Arabia Saudita. Il convoglio di 36 container rappresenta una prova generale per il nuovo corridoio commerciale che unirà Mosca, Teheran e Riyadh e che verrà integrato probabilmente alla Nuova Via della Seta.