di Jeff Hoffman
73 è il numero di giornalisti colpiti a morte durante i 65 giorni di bombardamenti israeliani su Gaza.
A puntare il dito sul silenzio dei media dominanti ci ha pensato il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan che, dal palco del forum internazionale TRT world, organizzato a Istanbul dalla Tv pubblica turca, ha accusato le grandi testate internazionali e i principali quotidiani statunitensi di censurare le morti dei giornalisti nella striscia di Gaza.
Davanti a centinaia di accademici, giornalisti, rappresentanti di organizzazioni non governative, politici e tecnici provenienti da tutto il mondo, Erdogan ha chiesto, testuali parole, dov’è il mondo? Perché tutti tacciono? Perché non pubblicano titoli sui giornalisti uccisi? Dove sono i noti giornali di Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Germania? “Il massacro a Gaza ci sta ricordando l’importanza di una stampa giusta e responsabile”, ha fatto presente Erdogan, mai come adesso attento alla libertà di espressione.
Mentre il giornalista fondatore di Wikileaks Julian Assange prosegue la sua prigionia nelle carceri del Regno Unito, il più alto numero di giornalisti mai uccisi in guerra viene sistematicamente silenziato dai democratici paesi occidentali a guida statunitense.