di Fabio Belli
Il governo canadese si distingue ancora una volta per non essere molto incline alle voci di dissenso nel Paese.
A essere presi di mira stavolta sono i diffusori dei programmi in streaming e dei podcast che, secondo un comunicato stampa diffuso dalla Commissione nazionale per la radiotelevisione e le telecomunicazioni, dovranno sottoscrivere un modulo di registrazione ed essere sottoposti a ulteriori controlli normativi finalizzati a garantire la conformità dei servizi ai contributi canadesi e indigeni che tradotto significa una sola parola: censura.
Sebbene la misura sia applicata solo a chi guadagna annualmente dai 10 milioni di dollari in su, la mossa è stata ampiamente criticata in Canada, ma anche oltre il confine, tanto da essere attenzionata dal più ricco e influente dei contestatori: Elon Musk, che con un post sul proprio social X ha accusato il governo Trudeau di schiacciare la libertà di parola nel paese.
Le nuove regole derivano dall’Online Streaming Act, entrato in vigore nell’aprile di quest’anno. Regole che conferiscono nuovi poteri alle autorità canadesi, incluso quello d’imporre sanzioni pecuniarie contro soggetti che non si atterranno alla narrazione del pensiero unico.