di Elisa Angelone
La CIA è attivamente coinvolta nella guerra in Ucraina, con compiti normalmente di competenza del Pentagono. Questo quanto riporta Newsweek, che cita diverse fonti di intelligence. Se fin qui non vi è nulla di particolarmente nuovo, considerate anche le frequenti visite di William Burns a Kiev, a fare notizia è la portata delle attività della CIA in Ucraina che, secondo il rapporto, andrebbero ben oltre il mero spionaggio e la condivisione di informazioni, estendendosi anche alla logistica, alla mediazione e alla supervisione generale per prevenire uno scontro diretto fra Russia e NATO e, dunque, qualsiasi attacco sul territorio della RF. Questa sarebbe infatti la linea rossa invalicabile posta dall’amministrazione Biden in accordo con Mosca e perno di ogni operazione della CIA in Ucraina, che si ritrova così a gestire la forte belligeranza di Londra e Varsavia, ma anche di quelle forze che a Kiev non rispettano il patto con Washington: soldi e armi in cambio della promessa di non attaccare il territorio russo. Il sabotaggio al Nord Stream e i più recenti attacchi al Cremlino e a Belgorod suggeriscono -scrive Newsweek– che la CIA non abbia il pieno controllo dei vassalli ucraini, ma anche -si potrebbe aggiungere- la volontà di Washington di prendere le distanze da qualsivoglia miccia di escalation, lasciando Kiev al proprio destino.
Il numero di personale dell’intelligence USA presente in Ucraina si attesterebbe sul centinaio, ma ben di più sarebbe quello di stanza in Polonia, descritta come la principale base segreta dell’agenzia da ben prima del conflitto. Secondo il rapporto, da lì la CIA condurrebbe missioni in Ucraina e nei paesi vicini e gestirebbe altresì aiuti militari segreti che raggiungerebbero via nave i porti europei per poi essere consegnati a Kiev tramite voli commerciali. Quegli aiuti, cioè, che dovrebbero dissuadere Kiev dal valicare la linea rossa. Lo sviluppo del conflitto, insomma, è nelle mani della CIA.