di Fabio Belli
La risposta cinese alle sanzioni statunitensi consiste nel controllo dei materiali per la produzione dei microchip.
È quanto afferma il Financial Times, secondo cui tale controllo per Pechino sarebbe un duro colpo per le catene di approvvigionamento e aumenta il timore di una carenza di materie prime per i produttori occidentali di chip avanzati e apparecchiature ottiche militari.
Secondo il quotidiano, le restrizioni della Cina sulla fornitura di germanio e gallio, che vengono utilizzati nella produzione di parti di semiconduttori, componenti di attrezzature militari e apparecchiature di comunicazione, hanno portato a quasi il raddoppio dei prezzi di queste materie prime nell’ultimo anno.
La Cina, che ha introdotto restrizioni per proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali in risposta ai controlli statunitensi sulle vendite di chip avanzati e apparecchiature per la loro produzione, sottolinea dunque la sua posizione dominante nella fornitura globale di decine di risorse critiche vantando il 98% dei depositi mondiali di gallio e il 60% di quelli di germanio.
Recentemente Pechino ha peggiorato ulteriormente la situazione per l’Occidente, Stati Uniti in primis, annunciando restrizioni sull’esportazione di antimonio, un minerale utilizzato nella produzione di munizioni perforanti, dispositivi per la visione notturna e ottiche di precisione.
E la guerra continua anche a suon di chip.