di Fabio Belli
“Le valute occidentali sono state quasi completamente eliminate nel commercio russo-cinese, poiché quasi tutti i pagamenti tra i due paesi vengono ora effettuati in rubli e yuan”.
È quanto ha affermato ieri, 19 dicembre, il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, durante un incontro a Pechino con il suo omologo cinese Li Qiang.
“Continuiamo ad aumentare la quota delle valute nazionali negli accordi reciproci. Se nel 2020 questa cifra era di circa il 20%, quest’anno ci siamo completamente sbarazzati delle valute di paesi terzi negli accordi reciproci”, ha precisato Mishustin che, nel sottolineare gli invidiabili obiettivi commerciali raggiunti da Mosca e Pechino nel 2023, ha menzionato il forum imprenditoriale congiunto tenutosi a Shanghai nel maggio scorso che ha attirato più di 1.500 imprenditori da entrambi i paesi.
La dedollarizzazione sembra essere dunque il classico problema-reazione-soluzione già programmato da Russia e Cina dopo che anche gli altri partner commerciali del nuovo mondo multipolare hanno iniziato a passare a valute alternative nel commercio reciproco a seguito delle sanzioni contro Mosca. Non a caso il presidente cinese Xi Jinping, che oggi ha incontrato il premier russo, ha sottolineato come il mantenimento e lo sviluppo delle relazioni Cina-Russia sia una scelta strategica fatta da entrambe le parti sulla base degli interessi fondamentali dei loro popoli.