di Gionata Chatillard
“Un partenariato per tutte le stagioni”. Così Xi Jinping e Viktor Orbán hanno definito la relazione fra Pechino e Budapest, in quella che è stata l’ultima tappa del tour europeo del presidente cinese. Erano 20 anni che un capo di Stato della Repubblica Popolare non si recava nella capitale magiara, diventata oggi un avamposto strategico per gli interessi del gigante asiatico nel Vecchio Continente. Anche in considerazione del fatto che il prossimo luglio Budapest assumerà la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea.
Quasi una ventina gli accordi firmati nel corso della visita, il più importante dei quali riguarda una serie di progetti infrastrutturali legati alla Nuova Via della Seta. L’Ungheria, d’altronde, è già il maggiore beneficiario di investimenti cinesi nell’Europa centrale e orientale. Ma non solo. Il paese di Orbán ospita anche il più grande stabilimento del colosso delle batterie CATL al di fuori del paese asiatico, così come la prima fabbrica del Vecchio Continente del produttore di veicoli elettrici BYD. Iniziativa, questa, non proprio gradita da Bruxelles, che continua a lamentarsi dell’eccessiva competitività dei prodotti provenienti da est. “Continueremo a fornire condizioni eque alle aziende cinesi che investono nel nostro Paese”, ha però assicurato il premier magiaro a Xi, spiegando che il commercio mondiale vive ormai in un “ordine multipolare” di cui Pechino è una colonna portante.
Da parte sua, il presidente cinese ha sottolineato che l’amicizia fra i 2 paesi va ben al di là del terreno economico. Non a caso, la sua visita a Budapest è servita a mettere nero su bianco un accordo di partenariato strategico che porta i rapporti diplomatici della Repubblica Popolare con l’Ungheria allo stesso rango di quelli che Pechino ha con il Pakistan, la Bielorussia o il Venezuela. La sintonia fra le due nazioni riguardo alle questioni geopolitiche è d’altronde molto buona, soprattutto sul versante della guerra in Ucraina, con Budapest che continua a chiedere un “cessate il fuoco immediato” e si mette in prima fila per sostenere l’iniziativa di pace targata Xi Jinping.