di Elisa Angelone
E’ iniziato il tour europeo del ministro degli Esteri cinese Qin Gang. All’indomani dell’annuncio di un possibile pacchetto di sanzioni UE contro la Cina e una serie di altri paesi presunti complici di Mosca, l’alto diplomatico cinese è arrivato ieri, 9 maggio, a Berlino per incontrare il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock. I rapporti tra i due Paesi non sono certo dei migliori, soprattutto dopo l’ultima visita della leader verde a Pechino, dove la Baerbock si era proposta come ambasciatrice dei diritti umani e maestrina di democrazia, guadagnando nient’altro che lo sdegno cinese. E soprattutto dopo che la visita del ministro delle Finanze tedesco prevista oggi a Pechino è stata annullata all’ultimo minuto.
Scopo principale dell’incontro tra Baerbock e Qin, quello di preparare il settimo round di consultazioni intergovernative Cina-Germania previsto a giugno. Motivo per cui entrambe le parti hanno concordato sulla necessità di rafforzare il dialogo bilaterale. Questo perlomeno è l’unico tema su cui Berlino e Pechino sembrano trovarsi d’accordo. Ma non appena il suddetto dialogo tocca più nel concreto temi spinosi come Taiwan, la guerra in Ucraina e le sanzioni europee, ecco che emergono quelle che sembrano inconciliabili incomprensioni. Qin ha invitato la Germania a unirsi alla Cina nella lotta contro la “nuova Guerra Fredda” e a evitare di intraprendere misure di disaccoppiamento economico. Misure che la Baerbock aveva recentemente annunciato seguendo pedissequamente l’agenda globalista di cui è espressione politica in una Germania più atlantista che mai. Non a caso, la leader verde ha nuovamente invitato Pechino ad usare la sua influenza per fermare la cosiddetta “aggressione russa” – espressione che Pechino si ostina a non utilizzare e che potrebbe costarle il coinvolgimento nel circolo sanzionatorio europeo. Qin ha avvertito la controparte tedesca che Pechino reagirà duramente all’eventuale sanzionamento delle proprie aziende. Il diplomatico è stato anche costretto a ribadire alla Baerbock il rifiuto cinese di qualsiasi ingerenza negli affari interni del Paese, inclusa la cooperazione con le imprese russe.
Anche in questo caso, quindi, i colloqui tra Cina e Germania hanno tutta l’aria di un dialogo fra sordi.