di Fabio Belli
Il ministro della Difesa cinese, ammiraglio Dong Jun, ha parlato ieri, 16 aprile, con il suo omologo statunitense, Lloyd Austin.
Il contatto, il primo da quando l’ammiraglio è in carica, fa seguito a un lungo periodo di tensioni diplomatiche e vicende controverse nei mari cinesi. Dong e Austin, collegati in videochiamata, hanno discusso delle questioni di sicurezza regionali e globali tra le due potenze, nonché del conflitto russo-ucraino e della Corea del Nord.
Il ripristino dei contatti tra militari segue anche un periodo di avvicinamento tra Pechino e Washington dopo il vertice tra Joe Biden e Xi Jinping avvenuto a novembre in California e dopo i recenti viaggi in Cina del ministro del Commercio statunitense, Gina Raimondo, e del ministro del Tesoro Janet Yellen. Il capo del Pentagono, con chiaro riferimento al Mar Cinese meridionale, ha ribadito l’intenzione degli Stati Uniti di volare, navigare e operare ovunque il diritto internazionale lo consenta. La Cina dovrà cercare di tenere buone le velleità da Occidente, ma per gli affari sembra volgere sempre più lo sguardo a Levante.
Il massimo diplomatico cinese, Wang Yi, ha in programma da domani, 18 aprile, un tour di visita in Indonesia, Cambogia e Papua Nuova Guinea. Scopo del viaggio, secondo quanto dichiarato dal ministero degli Esteri cinese, unirsi a un meccanismo di dialogo di cooperazione ad alto livello in tre paesi che considera buoni amici e buoni partner e con la finalità di realizzare progetti di alta qualità nell’ambito del progetto della Nuova Via della Seta. Un progetto sempre più snobbato dai vassalli europei di Washington: Germania e Italia in primis.