di Elisa Angelone
Il “rafforzamento della società civile” è uno dei capisaldi del blocco euro-atlantico quando si tratta di “educare” paesi terzi.
Il sostegno alla società civile appare come un’espressione di facciata dietro cui Washington e Bruxelles nascondono la propria volontà di consolidare la propria influenza in quei paesi che, come la Georgia, hanno un’importanza strategica per gli interessi occidentali.
Contemporaneamente alle proteste che hanno investito la capitale georgiana nei giorni scorsi, la Commissione Europea ha pubblicato un bando rivolto alle organizzazioni di Tbilisi che prevede sovvenzioni per un totale di 9,2 milioni di Euro per progetti volti a “promuovere un ambiente elettorale favorevole e elezioni libere e giuste”; “sostenere la supervisione democratica in tutto il Paese in vista dell’integrazione europea”; “rafforzare la supervisione della società civile” e via di questo passo.
“Una società civile forte”, si legge nel testo del bando, “è una componente fondamentale di un sistema giusto, equo e democratico”. Un sistema che Stati Uniti e Unione Europea stanno promuovendo da anni attivamente in tutto lo spazio ex-sovietico, dove i semi dell’euro-atlantismo, come si vede, iniziano a dare i loro frutti.