Come ti studio il no vax: la psicologia d’attacco alla ricerca della diagnosi differenziale.
di Leonardo Spina
Recentemente la Formazione Continua in Psicologia (con il bollino dell’ordine degli Psicologi) ha accettato e propalato un estemporaneo, fantasioso workshop previsto per lunedì 04 OTT
I vaccini ed i loro oppositori dall’antichità ad oggi: un fenomeno di Psicologia social di Emma Zambelli, Tommaso Speranza entrambi psicologi.
Partiamo dalla presentazione del corso firmata dal dott. Tommaso Speranza, Direttore del Servizio di Psicologia INMI-IRCCS “L. Spallanzani” di Roma.
Egli presenta con nonchalance quello che a prima vista sembra un innocuo argomento di psicologia da salotto: una ri-proposizione di luoghi comuni televisivi.
Ecco l’incipit: “Ai vaccini va uno dei più grandi meriti nella storia della ricerca scientifica: aver contribuito alla riduzione della mortalità, incrementando in maniera significativa le aspettative di vita dell’uomo.”
Chiunque ha studiato storia della medicina e possiede il sempre più raro dono dell’onestà mentale e materiale, sa benissimo che le aspettative di vita degli esseri umani sono cresciute grazie ad alcune conquiste urbanistiche e non mediche: le fognature e l’acqua corrente nelle case, quindi il generale accrescimento delle condizioni igieniche degli habitat umani.
Non tutti sanno che Jenner a forza di inoculazioni ha ammazzato un suo figlioletto e il di lui amichetto del cuore. Non tutti sanno che il vaccino contro il vaiolo, in una Gran Bretagna vittoriana e costrittiva, fu rifiutato in massa, in particolare nella città di Leichester, la cui storia, da sola, dimostra come l’igiene e non la vaccinazione fosse la miglior risposta alla tremenda malattia. (fonte Marcello Pamio «Malattie, vaccini e la storia dimenticata»).
Speranza continua poi con un inno a Big Pharma:
“Chi li studia e li crea( i vaccini ndr), è per lo più mosso dall’amore verso la scienza e verso l’umanità, ma questo messaggio non viene sempre recepito.”
Ma davvero il Nostro crede a quel che scrive? E’ così certo che si possa glissare con tale impudenza sui profitti astronomici che le case farmaceutiche hanno generato e stanno centuplicando? E che dire dei danni causati da questi angeli in molte parti del mondo con la minimizzazione o falsificazione di dati sperimentali sulla pericolosità di certi farmaci? Sono state emesse condanne penali, pagate multe miliardarie, ammesse colpe gravi. Nell’aggiornamento agli psicologi tutto questo non verrà raccontato.
L’ineffabile formatore continua:
“Oggi si sente spesso parlare di movimenti no-vax, ovvero di quelle correnti di pensiero contrarie, per scetticismo o non conoscenza, alla profilassi vaccinale. È un fenomeno la cui nascita si può far risalire a tre secoli fa, in concomitanza all’introduzione dei primi vaccini”.
Sappiamo bene il movimento no vax non esiste.
Esistono diversi milioni di persone che rifiutano di farsi inoculare un farmaco sperimentale. E pure se fossero tutte contrarie alle vaccinazioni più propriamente dette, difficilmente potremmo dire che queste persone siano no vax, tutt’al più free vax, cioè propugnatrici di una libera scelta in tema.
Si spiega che il fenomeno è vecchio di tre secoli e si insinua così che questi milioni siano rimasti al ‘700. E’ un classico espediente retorico.
Ma adesso viene il bello, perché il principale obbiettivo di questo “corso di aggiornamento” è
“l’analisi del profiling no-vax: attraverso il punto di vista della psicologia sociale si andranno a studiare le dinamiche e le motivazioni che stanno alla base dell’OSTILITÀ nei confronti delle pratiche vaccinali. “
La psicologia sociale farà dunque l’identikit del no vax. Intanto questa cosiddetta psicologia sociale ( quale autore? Quale scuola di pensiero?) dovrebbe dimostrare che il no vax esiste. E se pure riuscisse in questa impresa, su quasi basi scientifiche avverrà questa profilazione? Attraverso qualche migliaio di interviste? Attraverso la compilazione di questionari o test validati? Speranza non lo dice e noi restiamo curiosi.
Attenzione alla parola ostilita’: attenti psicologi abbiamo a che fare con il nemico, con il barbaro!
Infine il comunicato conclude con la proposta pratica di intervento
“L’ultima parte sarà dedicata al counseling come proposta di intervento per migliorare la fiducia nei confronti dei dati scientifici.”
Ci chiediamo quali siano questi dati scientifici. Quelli dell’OMS sulla cosiddetta pandemia? Quelli degli scienziati e dei medici delle cure domiciliari? I dati scientifici che presentava il dottor De Donno? O quelli riportati nei foglietti illustrativi dei farmaci genici? Oppure ancora quelli del numero dei milioni di reazioni avverse e delle decine di migliaia di morti da vaccino solo in Europa?
Non è dato saperlo.
Ma noi, che studiamo da anni i comportamenti della psichiatria e della psicologia (soprattutto da quando è stata fagocitata dalla Facoltà universitaria di medicina), conosciamo le modalità con cui intere fasce della popolazione vengono “ammalate d’ufficio” attraverso l’abnorme proliferare dei profili diagnostici nei DSM (volumi-bibbia sui disturbi psicologici e psichiatrici).
Stanno forse preparando la categoria diagnostica del non vax, per poi curarli a forza di psicofarmaci?
Forse è la speranza di Speranza, che prepara il terreno.