di Jeff Hoffman
Il nuovo “Decreto Coesione”, approvato con voto di fiducia il 27 giugno dal Senato della quasi Repubblica, cambia le carte in tavola del piano Italia 5G e impedisce definitivamente alle Amministrazioni locali di opporsi all’installazione di antenne nel territorio comunale.
A presentare l’emendamento ci hanno pensato i Senatori di FdI Guido Liris e Vita Nocco che, con un tratto di penna, hanno semplicemente cancellato il confronto e lo svolgimento del processo democratico.
Al fine di consentire il tempestivo raggiungimento degli obiettivi di trasformazione digitale, si legge sul decreto, la localizzazione degli impianti è disposta anche in deroga ai regolamenti comunali.
Ce lo chiede l’Europa, ha più volte ribadito il ministro delle imprese Adolfo Urso che, pur avendo prestato giuramento sulla Costituzione Italiana, sta continuativamente asfaltando le competenze stabilite dalla Carta Costituzionale.
Salta agli occhi che dall’altra parte delle Alpi, in Svizzera, non soltanto hanno mantenuto i limiti di 5V/m, ma stanno anche smontando, per ordine della magistratura, 380 siti di antenne in circa 125 comuni del Cantone di Berna.
Ciò che emerge, in ogni caso, è che con la paradossale dicitura “decreto coesione” il governo Meloni è corso in soccorso al piano 5G e, tramite il pandemico Piano Nazionale di ripresa e resilienza, ha inserito una deroga alla legge del 2001 condannando gli amministratori locali al silenzio.
Si scrive democrazia, si legge obbedienza.