di Elisa Angelone
La presidenza mensile di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è passata, il 1° aprile, alla Federazione Russa.
Il cambio, seppur previsto dalla Carta dell’ONU, ha suscitato immediate reazioni di indignazione da parte dell’Ucraina, cui hanno fatto prontamente eco i più attivi rappresentanti della cosiddetta “comunità internazionale”, ovvero gli altri vassalli di Washington per i quali la Russia sarebbe un paese aggressore.
Secondo Kiev, la presidenza russa del Consiglio di Sicurezza ONU è un “brutto scherzo” e “un segnale che qualcosa non va nel funzionamento dell’architettura di sicurezza internazionale”. “Esorto gli attuali membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a sventare qualsiasi tentativo russo di abusare della sua presidenza”, lo scrive su twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, certo di avere l’appoggio degli “alleati”. Invito infatti subito accolto dal capo della diplomazia UE, Josep Borrell, secondo cui “nonostante sia un membro permanente del Consiglio di Sicurezza, la Russia [avrebbe] costantemente violato l’essenza stessa del quadro giuridico delle Nazioni Unite”.
Washington non perde ovviamente l’occasione di alimentare ulteriormente la narrativa anti-russa, esortando Mosca ad agire “in modo professionale” nel periodo della sua presidenza e rammaricandosi di non poter impedire il cambio di turno, essendo la Russia un membro permanente del Consiglio di Sicurezza.
Dichiarazioni che, ancora una volta, confermano l’ormai totale assenza di imparzialità in seno alle istituzioni internazionali.
Le autorità dei paesi Baltici sono state tra le prime a schierarsi a fianco di Kiev, esprimendo senza alcun pudore la loro indignazione rispetto alla presidenza russa e unendosi a diversi appelli alle Nazioni Unite affinché la turnazione venga boicottata. Un’idea che l’ambasciatore russo all’ONU Vassily Nebenzia definisce “assurda”. L’esclusione della Russia dal Consiglio, come ricorda il diplomatico russo, “è impossibile da realizzare senza modificare la Carta ONU, così come è impossibile privare la Russia del suo diritto a presiedere il Consiglio”.
Il programma russo durante il periodo della presidenza prevede tre dibattiti aperti: sulla situazione in Medio Oriente; sui rischi derivanti dalla violazione degli accordi che regolano l’esportazione di armi; e infine sul “multilateralismo efficace”, diretto dal ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. “La nostra idea è tenere una discussione completa lungimirante sui contorni del nuovo ordine mondiale che sta per sostituire quello unipolare”, ha spiegato Nebenzia in un’intervista alla TASS. “Vogliamo invitare i membri delle Nazioni Unite a guardare oltre l’orizzonte del momento attuale e a presentare la loro visione di come potremmo costruire un mondo veramente multipolare attraverso sforzi congiunti, in cui gli interessi di tutti gli stati sarebbero garantiti”.