di Margherita Furlan e Jeff Hoffman
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sostiene che l’esercito di Tel Aviv non sia responsabile dell’attacco mortale all’ospedale Al-Ahli di Gaza sulla base di filmati provenienti dal Pentagono. “Sono stato profondamente rattristato, ma sulla base di quello che ho visto, sembra che sia stato fatto dall’altra squadra, e non da te”, ha detto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Biden ha anche spiegato di essere in Israele “per una semplice ragione: voglio che il popolo di Israele e il popolo del mondo sappiano qual è la posizione degli Stati Uniti”. Il tutto dopo che il portavoce del Consiglio di Sicurezza statunitense, John Kirby, aveva preannunciato che Biden intendeva porre domande difficili alla leadership di Tel Aviv.
Secondo Netanyahu «il 7 ottobre in proporzione è come 20 volte l’11 settembre». «Il 7 ottobre, Hamas ha ucciso 1.400 israeliani, forse di più. Questo è un Paese di meno di 10 milioni di abitanti. Questo sarebbe l’equivalente di più di 50.000 americani uccisi in un unico giorno. Sono venti 11 settembre. Ecco perché il 7 ottobre è un altro giorno che rimarrà nell’infamia», ha detto Netanyahu a Biden, che però ha in qualche modo ammonito anche Israele. La rabbia che prova Israele dopo l’attacco del 7 ottobre è la «stessa che gli Stati Uniti hanno provato dopo l’11 settembre», ha ha detto il presidente americano. Ma, ha ricordato, a causa di quella rabbia «gli Stati Uniti hanno commesso degli errori dopo l’11 settembre». Inoltre: «La maggioranza dei palestinesi non sono Hamas» e «anche la perdita di vite palestinesi conta». Israele ha così accettato l’ingresso dei aiuti umanitari a Gaza «il più presto possibile». Per Biden che ha partecipato al gabinetto di guerra israeliano, priorità è garantire il ritorno degli ostaggi vivi.
Nel frattempo monta l’ira nei paesi dell’area musulmana. Per il presidente iraniano, Ibrahim Raisi, gli Stati Uniti sono «complici nei crimini» di Israele a Gaza. «Le bombe che cadono sulla popolazione di Gaza sono americane. Il mondo considera gli Stati Uniti complici dei crimini del regime sionista», ha dichiarato il presidente iraniano Raisi rivolgendosi a diverse migliaia di manifestanti riuniti in una piazza a Teheran, all’indomani dell’attacco all’ospedale di Gaza e nel giorno della visita del presidente americano Joe Biden in Israele. In Irak droni sono stati lanciati contro due basi che ospitano truppe statunitensi e sono stati intercettati. Milizie sostenute dall’Iran in Iraq hanno dichiarato l’allerta e di essere pronti a unirsi alla battaglia, ma l’Iran non ha ancora dato l’approvazione per l’apertura di un nuovo fronte di guerra. I leader di alcune fazioni si trovano ora in Libano e in Siria, nel caso in cui ricevano l’ordine di procedere. Migliaia le persone in piazza in Marocco, Libano, Turchia, Tunisia, Egitto, mentre Israele ha disposto l’evacuazione dello staff delle ambasciate in Marocco e in Egitto. “L’attacco all’ospedale, che conteneva donne, bambini e civili innocenti, è l’ultimo esempio di attacchi israeliani privi dei valori umani più basilari. Chiedo a tutta l’umanità di agire per fermare questa brutalità senza precedenti nella Striscia di Gaza”, ha affermato il presidente turco Recep Erdogan, mentre Durante l’incontro a Jeddah, il ministro degli esteri iraniano Amir Abdollahian ha chiesto ai paesi arabi di unirsi per sanzionare Israele, attuare un embargo petrolifero e ritirare gli ambasciatori dal paese. Per il diplomatico “È tempo di unità globale dell’umanità contro questo falso regime più odioso dell’Isis e della sua macchina omicida. Il tempo è finito!”
In un clima di tensione sempre più accesa, le forze di pace delle Nazioni Unite lasciano così il sud del Libano, rendendosi conto della possibile escalation tra Hezbollah e Israele.
L’ Arabia Saudita ha invece invitato i propri cittadini ad abbandonare immediatamente il Libano. Canada, Francia e USA invitano a evitare di viaggiare il Libano a causa dell’instabilità regionale.
La Germania nel frattempo ha schierato forze speciali a Cipro per condurre potenzialmente un’operazione di salvataggio di ostaggi nella Striscia di Gaza, mentre l’esercito olandese schiererà 200 marines sempre a Cipro per sostenere Israele se la situazione dovesse peggiorare. Gli Stati Uniti hanno confermato lo schieramento di una task force speciale composta da 2.000 marines vicino a Israele.
Intanto, all’interno dei confini europei, per un multiplo allarme bomba sono stati evacuati il Palazzo di Versailles e gli aeroporti di Lille, Nice, Lyon e Toulouse in Francia, nonché l’aeroporto di Ostenda in Belgio. Gli allarmi sono poi risuonati anche a Buenos Aires, in Argentina, dove a essere prese di mira sono state le ambasciate di Stati Uniti e Israele.
A concludere il quadro, per ora, ci pensa il Consiglio di Sicurezza dell’ONU che, con il veto degli Stati Uniti e l’astensione di Russia e Regno Unito, ha oggi rigettato la risoluzione avanzata dal Brasile che chiedeva “pause umanitarie” per permettere agli aiuti di arrivare alla martoriata striscia di Gaza.
Prima del veto statunitense la Russia aveva proposto al Consiglio di Sicurezza due emendamenti al testo brasiliano condannando l’attacco all’ospedale di Gaza e, a nome del Consiglio di Sicurezza, chiedendo un immediato cessato il fuoco.
E la guerra continua.