di Gionata Chatillard
Se nel 2021 il dollaro americano rappresentava il 73% delle riserve monetarie a livello globale, questa cifra è scesa oggi al 58%. Una caduta in picchiata provocata fondamentalmente dalle sanzioni alla Russia, che hanno spinto sempre più paesi a scaricare la divisa statunitense per iniziare a commerciare in valute locali.
Nel giro di soli due anni, quindi, il dollaro ha perso il suo status di indiscutibile riserva mondiale. La velocità del processo in corso ha sorpreso numerosi analisti, dal momento che la moneta statunitense ha perso quote di mercato a un ritmo 10 volte superiore rispetto a quello dei 2 decenni precedenti. Ennesima conferma che le sanzioni sono state per Washington un boomerang, come ormai inizia ad ammettere anche parte della stampa occidentale.
L’esclusione delle banche russe dal sistema SWIFT, infatti, non solo ha obbligato Mosca a cercare alternative, ma ha anche spaventato un numero crescente di paesi -Cina e India in testa- che non si fidano più del tradizionale sistema economico-finanziario a guida statunitense. Il che ha fatto del 2022 il vero e proprio annus horribilis per il dollaro. Ma i record, si sa, sono fatti per essere battuti