di Gionata Chatillard
Sulla Cina la Francia non lascia, ma raddoppia. Il titolare dell’Economia e delle Finanze Bruno Le Maire, in visita a Pechino, ha ribadito che Parigi non solo vuole evitare il disaccoppiamento dal gigante asiatico, ma punta anche ad ottenere un migliore accesso al mercato della Repubblica Popolare. “Non intendiamo mettere le catene di approvvigionamento francesi in condizioni di rischio di fronte a una possibile nuova crisi”, ha dichiarato il ministro, sottolineando come la necessità di ridurre la dipendenza dalla Cina non significhi per forza “rompere tutte le catene di valore” che portano a questo paese. “Il disaccoppiamento è un’illusione”, ha detto a chiare lettere Le Maire, che ha poi aperto le porte a nuovi investimenti da parte di Pechino in settori chiave come il 5G e l’automotive.
Decisamente diversa la direzione intrapresa dal Governo italiano, che per bocca di Guido Crosetto ha rimandato con forza al mittente l’accordo stipulato nel 2019 sulla Nuova Via della Seta. “È stata una scelta scellerata”, ha tagliato corto il ministro della Difesa, mettendo praticamente la pietra tombale su un’intesa da cui Roma sembra aver ormai deciso di sfilarsi prima del rinnovo automatico previsto per il 2024.
Secondo Crosetto, l’accordo firmato 4 anni fa dal Governo di Giuseppe Conte sarebbe stata un’iniziativa degna di dilettanti allo sbaraglio, che avrebbe permesso a Pechino di tenere il coltello dalla parte del manico in termini di bilancia commerciale. Si può uscire dalla Nuova Via della Seta senza danneggiare i rapporti con la Cina, ha dichiarato il ministro, spiegando come una politica di questo tipo serva a Roma per farsi bella agli occhi di Washington. Non per niente, Crosetto ha sottolineato con orgoglio come nel Vecchio Continente, l’Italia sarebbe ormai diventata “il partner più affidabile” per la Casa Bianca “insieme alla Polonia”.