di Jeff Hoffman
ll presidente ucraino, Volodymir Zelenskij, è arrivato in Svizzera per partecipare al vertice del World economic forum a Davos. D’altro canto l’Ucraina ha affermato che la discussione sulla sua cosiddetta “formula di pace”, svoltasi ieri a margine dell’incontro, avrebbe ottenuto un ottimo successo. Nessun comunicato stampa congiunto è però uscito alla fine dell’incontro.
Stando al Financial Times, infatti, l’unico risultato ottenuto è una foto ricordo con più partecipanti rispetto all’anno precedente.
Anche secondo gli analisti di Bloomberg a Davos non è stato raggiunto alcun accordo né sull’Ucraina, né sugli aiuti, né su un piano di pace.
Di altra opinione l’amministratore delegato del WEF, Saada Zahidi, secondo cui gli esperti riuniti a Davos si trovano ad affrontare alcune delle condizioni economiche e geopolitiche più difficili degli ultimi decenni. “E le cose potrebbero solo peggiorare”, ha puntualizzato Zahidi, probabilmente certo di aver fatto tutto il possibile perché ciò avvenisse.
L’impatto di vasta portata della geopolitica è il motivo per cui raggiungere sicurezza e cooperazione in un mondo fratturato è uno dei quattro pilastri dell’incontro annuale del World Economic Forum”, si legge invece sul sito web ufficiale.
Intanto ieri, domenica 14 gennaio, nonostante gli intasamenti del traffico causati dalla cintura di sicurezza a protezione degli ospiti del forum, diverse centinaia di persone si sono riversate sulle strade di Davos a protestare contro il summit economico.
“Siamo qui contro i più ricchi della terra, responsabili, secondo i manifestanti, delle guerre e delle catastrofi economiche e sociali che investono il pianeta. E’ l’ora che il 99% della popolazione riprenda il controllo sul proprio futuro, ha precisato un giovane riproponendo un vecchio slogan. “Il tempo del dialogo tra ricchi e potenti è finito. Questo è il momento per il sud del mondo e il 99% della popolazione di riprendere il controllo di questo mondo”, ha spiegato un altro dei manifestanti.
E la guerra continua.