di Jeff Hoffman
A pochi mesi dallo scandalo del Qatar, a Bruxelles hanno pensato bene di nominare un inviato speciale per il Golfo Persico che, fra un brindisi e l’altro, l’Alto Rappresentante dell’UE ha riconosciuto nell’ex ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, già esperto di gaffe internazionali.
La prima notizia da registrare, in ogni modo, è che il prezzo per tenere in silenzio un ex ministro qualsiasi si aggira intorno ai 12 mila euro netti al mese più bonus e rimborsi vari, che è quanto la fratellanza europea verserà nelle tasche di Luigi Di Maio.
In seguito all’invito anticipato per posta da Josep Borrell, il Comitato Politico e di Sicurezza dell’UE, incassando il benestare del meloniano governo dei fratelli italoamericani del Golfo Persico, ha preso atto della nomina che, senza prevedere alcun confronto, il Consiglio europeo ratificherà nelle prossime ore.
In ogni caso, la nomina ridicolizza l’intero sistema politico coloniale del Vecchio Continente, isole e penisole comprese, dato che, nonostante lo 0,6% di voti ottenuti alle ultime elezioni nazionali, forte dei segreti d’ufficio acquisiti per caso, Di Maio ha ricevuto la protezione dei padrini di Bruxelles.
“Dobbiamo mantenere lo slancio del nostro impegno rafforzato con il Golfo. Per questo conto sul sostegno a Di Maio per attuare la nostra partnership strategica con i partner del Golfo”, aveva scritto l’ispanico Borrell nella missiva inviata ai 27 dove, oltre tutto, l’Alto Rappresentante poneva l’accento sui numerosi contatti stretti dal politico durante i suoi anni di servizio alla Farnesina.
La sovranità appartiene al popolo, recita la Carta Costituzionale della Repubblica Italiana che, per ora, resta custodita ad Arlington, Virginia, nei sotterranei del quartier generale del Pentagono.