di Margherita Furlan e Fabio Belli
Il servizio stampa della presidenza della Federazione Russa ha riferito che nella notte fra il 2 e il 3 maggio «il regime di Kiev ha tentato di attaccare la residenza del Cremlino utilizzando due velivoli senza equipaggio». Le autorità russe hanno quindi reso noto che «i droni sono stati disattivati» dai sistemi di guerra elettronica delle forze speciali e che «i frammenti caduti sull’area del Cremlino non hanno causato vittime o danni materiali». Secondo gli addetti moscoviti, si è trattato di «un atto di terrorismo pianificato» nonché di «un attentato alla vita del presidente Vladimir Putin poco prima del Giorno della Vittoria e della parata del 9 maggio a cui parteciperanno ospiti stranieri». Mosca si è quindi detta pronta a rispondere al tentativo dell’intelligence militare di Kiev di colpire il Cremlino con misure di ritorsione quando e dove lo riterrà opportuno.
Il presidente russo, Vladimir Putin, il 2 maggio si trovava a San Pietroburgo – da dove ha preso parte in via telematica all’inaugurazione delle ripristinate linee tramviarie di Mariupol – e il 3 maggio ha lavorato da Novo-Ogarëvo nel distretto di Odintsovskij, fuori Mosca.
Come precisato anche dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il programma di Putin non subirà modifiche, né tanto meno verrà rivista la parata sulla Piazza Rossa prevista per il 9 maggio.
Per Viacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato, “un atto terroristico contro Putin è un attacco alla Russia, ed è dunque necessario l’uso di armi in grado di fermare e di distruggere il regime terroristico di Kiev, con cui non ci possono essere negoziati.” Secondo Volodin, “il regime di Kiev oggi non è meno pericoloso di al-Qaeda, Jabhat al-Nusra, ISIS. I suoi metodi criminali sono evidenti all’intera comunità mondiale: ricatto nucleare, assassinio di personaggi politici e pubblici, sabotaggio e indebolimento di strutture civili. I politici dei paesi occidentali che pompano armi al regime di Zelensky devono dunque, sottolinea il capo della Duma, rendersi conto di essere diventati non solo sponsor, ma anche diretti complici di attività terroristiche.” Diversi i deputati che hanno chiesto attacchi di rappresaglia contro Bankovaya e altri centri decisionali in Ucraina.
L’Ucraina ha negato il coinvolgimento. “Non abbiamo informazioni sui cosiddetti attacchi notturni al Cremlino, ma, come ha affermato il presidente Zelensky, l’Ucraina dirige tutte le forze e i mezzi disponibili per liberare i propri territori e non per attaccare gli altri”, ha affermato Sergey Nikiforov, portavoce del presidente dell’Ucraina. Zelensky, secondo quanto riferito dai media, ha deciso di prolungare la sua visita in Finlandia di un giorno.
Giovedì 27 aprile il quotidiano tedesco Bild aveva riportato la notizia secondo cui domenica 23 un drone ucraino kamikaze avrebbe cercato invano di uccidere Vladimir Putin con 17 chilogrammi di esplosivo. Secondo quanto riportato dall’Agence France Presse, il velivolo sarebbe stato abbattuto dall’intelligence russa e ritrovato in una foresta.