di Fabio Belli
Ieri, 28 agosto, il fondatore di Telegram, Pavel Durov, è stato incriminato dalla giustizia francese che lo ha accusato di complicità in una serie di reati commessi nella sua piattaforma.
Durov rischia fino a 10 anni di carcere e una multa di 500.000 euro. Intanto ha pagato per il rilascio una cauzione di 5,56 milioni di dollari. Secondo quanto ha spiegato il quotidiano Liberation, citando la procura di Parigi, a Durov è stata applicata la supervisione giudiziaria: potrà vivere all’indirizzo stabilito dal tribunale e potrà cambiare la residenza solo con il permesso di un giudice. Al CEO di Telegram, al quale sarà dunque vietato di lasciare la Francia fino alla conclusione del caso contro di lui, non saranno applicati gli arresti domiciliari e non dovrà indossare il braccialetto elettronico, ma dovrà presentarsi a una stazione di polizia locale due volte a settimana.
Le accuse che dovrà affrontare in tribunale, oltre alla gestione di una piattaforma online per transazioni illecite sono:
la mancata fornitura di dati alle autorità in relazione a indagini penali; la complicità nel facilitare l’accesso ad attività criminali, compreso il trattamento dei dati, materiale di sfruttamento minorile, traffico di droga, criminalità organizzata e associazione a delinquere; la cospirazione per coprire crimini da parte di gruppi organizzati; la fornitura di servizi di criptovaluta progettati per garantire la riservatezza senza segnalazione obbligatoria e l’importazione di strumenti crittografici per l’autenticazione e la verifica senza adeguata notifica.
La portavoce degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato che la diplomazia russa sta facendo tutto il possibile nel contesto del caso di Durov. Inoltre, secondo la portavoce, le organizzazioni internazionali dovrebbero condannare le azioni delle autorità francesi nei confronti del CEO di Telegram.
Nel frattempo, un funzionario degli Emirati Arabi Uniti ha fatto sapere di essere in contatto con le autorità francesi e i rappresentanti di Pavel Durov, che ha anche passaporto emiratino. “Gli Emirati Arabi Uniti danno priorità al benessere dei propri cittadini, alla salvaguardia dei loro interessi e alla fornitura di assistenza come priorità fondamentale”, ha affermato il funzionario.