di Elisa Angelone
Dopo essere diventato membro a pieno titolo della Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS a marzo di quest’anno, l’Egitto ha presentato ora ufficialmente la propria domanda di adesione all’alleanza multipolare. Il Cairo, che sta al momento attraversando una fase di grave carenza di valuta estera, è particolarmente interessata ad ampliare gli scambi nelle valute alternative a quelle occidentali, siano esse quelle nazionali o la valuta comune proposta dai BRICS. Ed è proprio nelle rispettive valute nazionali che l’Egitto sarebbe interessato a portare avanti gli scambi commerciali con la Russia. Scambi che riguardano soprattutto -ma non solo- i cereali. Nonostante le sanzioni occidentali abbiano complicato enormemente l’intera logistica delle esportazioni russe, l’Egitto quest’anno -ha dichiarato l’ambasciatore russo al Cairo- “ha iniziato ad acquistare più grano dalla Russia”, ovvero un volume che potrebbe superare le 8 milioni di tonnellate, 2 milioni in più rispetto agli scorsi anni. Il tutto, commenta il diplomatico russo, grazie agli sforzi congiunti per rendere possibili le consegne di grano indipendentemente dalle sanzioni.
L’immagine che emerge è dunque quella di due paesi -Russia ed Egitto- intenzionati ad avvicinarsi ulteriormente. A livello economico, con le autorità egiziane pronte ad aprire le porte alle carte russe Mir, e anche turistico, con il numero di voli tra i due paesi destinato ad aumentare prossimamente. A tutto questo si aggiunge anche l’ampliamento della zona industriale russa a nord e a sud del Canale di Suez. Progetto, questo, stabilito a marzo di quest’anno e ora in fase di ratifica presso il parlamento egiziano.