di Fabio Belli
Il partito di opposizione Smer-SD, guidato dall’ex premier Robert Fico, ha vinto le elezioni parlamentari slovacche ottenendo una maggioranza relativa di circa il 23%.
Il risultato, ottenuto con la più alta affluenza alle urne dal 2002 pari al 68%, consentirà a Fico di avere l’incarico nel nuovo governo di Bratislava che si preannuncia in netta controtendenza rispetto ai dettami del precedente.
“Le persone in Slovacchia hanno problemi più grandi di quelli in Ucraina”, ha dichiarato recentemente Fico, mettendosi in sintonia con il suo omologo ungherese Viktor Orbán sul tema del conflitto russo ucraino. Non a caso, proprio Orbán è stato uno dei primi a congratularsi con il vincitore nonostante la differente area politica di appartenenza, ma con il punto in comune di poter guidare l’esecutivo di una nazione confinante con l’Ucraina con una voce dissonante dalla NATO. Oltretutto il cambio di politica negli aiuti a Kiev, che il potenziale nuovo governo slovacco promette di continuare solo da un punto di vista umanitario, avviene proprio nel momento in cui Varsavia ha annunciato di bloccare le forniture di armi ai vicini ucraini.
La vittoria dell’ex premier socialdemocratico è un segnale inequivocabile di come sempre più cittadini dei Paesi baltici vedano il regime di Kiev una minaccia alla sicurezza dell’Europa, ma anche una crescente percezione a 360 gradi dei fallimenti delle politiche di Bruxelles, non ultimo quello del sostegno incondizionato alla guerra per procura di Washington e alle sanzioni russofobe.