di Fabio Belli e Margherita Furlan
“Gli Stati Uniti sono sul punto di commettere un errore di calcolo fatale quando trattano con la Russia nel contesto del conflitto in Ucraina”, è quanto ha affermato il vice ministro degli Esteri russo, Sergeij Ryabkòv, che poi ha aggiunto: ”Vorrei mettere in guardia gli americani che, per qualche ragione non chiara, sottovalutano la serietà della risposta che potrebbero dover affrontare”, ha concluso Ryabkov citando anche le reazioni del presidente russo Vladimir Putin, sul fatto che la risposta di Mosca potrebbe essere “asimmetrica”. Da oltre oceano minimizzano, tanto che il Washington Post, citando alcuni esperti, o pseudo tali, afferma che sebbene la Russia stia effettivamente vincendo il conflitto in Ucraina, tra pochi mesi si adatterà alla possibilità che Kiev colpisca il suo territorio con armi statunitensi.
Intanto mentre la vicepresidente statunitense, Kamala Harris e il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, annunciano la loro presenza al forum sull’Ucraina in Svizzera, mentre Joe Biden non potrà partecipare perché viene prima una raccolta fondi in California, sempre più Paesi, in assenza dell’invito alla Federazione Russia, annunciano la diserzione del summit. Dopo Cina, Brasile e Arabia Saudita, anche India e Pakistan sembrano infatti interessate a snobbare la farsa organizzata sostanzialmente dalla NATO. Addirittura bizzarra la decisione dell’Australia che invece di inviare in Svizzera il premier, sarà rappresentata dal ministro per l’Assistenza agli invalidi.
Ma ad apparire ancora più bizzarre, per non dire peggio, sono le dichiarazioni del capo della pseudo-diplomazia dell’Unione europea, Josep Borrell, che ha accusato la Russia di interferire nelle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.
Per fortuna, secondo il suo parere, l’Unione europea avrebbe creato strumenti per contrastare la cosiddetta disinformazione, tra cui il famigerato Digital Services Act. Uno strumento che mira a rafforzare il controllo sulle grandi piattaforme online e che, sempre secondo Borrell, è al momento il più importante anche se, a suo dire, ne avremmo bisogno di altri.
Più guerra e più censura per tutti!