di Fabio Belli
Mentre la Commissione europea invita i paesi membri a non acquistare gas naturale liquefatto russo, il Washington Post si fa beffe del Vecchio Continente scrivendo: “l’Europa sta superando la crisi energetica tagliando l’industria. In tutto il continente, molte aziende ad alta intensità energetica hanno chiuso o ridotto la produzione poiché non sono state in grado di far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia. Tutte queste fabbriche chiuse ora non hanno bisogno né di gas né di elettricità”, conclude sardonicamente il quotidiano statunitense.
La stanza dei bottoni di Washington ormai ha ridotto a zerbino il continente europeo
che sembra avere come unica preoccupazione quella di sostenere il regime di Kiev.
“Studieremo l’importanza di garantire stabilità e sostenibilità all’Ucraina. Deve continuare anche dopo la guerra. Qualunque cosa accada”, ha affermato oggi l’alto rappresentante degli Affari Esteri dell’Unione europea, Josep Borrell.
E mentre a Bruxelles studiano, da Washington continuano a foraggiare armi.
Dopo l’annuncio dell’ennesimo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, stavolta del valore di 250 milioni di dollari, l’amministrazione Biden ha approvato per la prima volta aiuti militari diretti a Taiwan per la modica cifra, si fa per dire, di 80 milioni di dollari.
Questo supporto, secondo Pechino, non farebbe altro che alimentare il complesso militare-industriale degli Stati Uniti, danneggiando allo stesso tempo la sicurezza e il benessere dei compatrioti di Taiwan.
Nel frattempo il Consiglio dei ministri del Burkina Faso ha approvato un disegno di legge per l’invio di un contingente militare in Niger. Niamey ha altresì revocato le credenziali all’ambasciatore francese che ora, senza immunità diplomatica, potrebbe essere soggetto ad arresto ed espulsione forzata.
Una soluzione militare al colpo di stato in Niger sarebbe un “disastro” che potrebbe innescare una nuova crisi migratoria, ha detto preoccupato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Per fortuna la soluzione è a portata di mano, ci penserà ancora una volta Josep Borrell che ha annunciato la preparazione di uno speciale regime di sanzioni contro i partecipanti al colpo di stato in Niger.