di Elisa Angelone
Oggi, 4 aprile, è il “grande giorno”: la Finlandia è diventata un membro della NATO a pieno titolo. Il 31esimo, per la precisione.
Diversi filmati mostrano la bandiera dell’Alleanza Atlantica sventolare orgogliosamente davanti all’edificio del ministero della Difesa finlandese.
“Una giornata storica”, così l’ha definita il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg, parlando dal quartier generale della NATO accanto al presidente finlandese Sauli Niinistö. Stoltenberg ha definito l’ingresso di Helsinki “un bene per la sicurezza nordica e per la NATO nel suo insieme” e non ha mancato di lanciare una frecciatina a Putin: “Invece di ridurre la NATO”, ha dichiarato Stoltenberg, “Mosca ha ottenuto l’opposto: più NATO, e la nostra porta rimarrà fermamente aperta”. Ma il funzionario norvegese non si è fermato qui e ci ha tenuto a puntualizzare che “da oggi l’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico che stabilisce il principio ‘tutti per uno, uno per tutti’ sarà valido anche per la Finlandia.
Una puntualizzazione nient’affatto necessaria, dal momento che Mosca è ben conscia di ciò che l’ingresso di Helsinki nell’Alleanza Atlantica significhi nell’attuale scenario internazionale. Prima di tutto, significa che la linea di contatto tra la NATO e il confine della Federazione Russa risulta ora più che raddoppiata. Il Paese scandinavo condivide infatti una frontiera di oltre 1.300 chilometri con la Russia. Frontiera che d’ora in avanti sarà oggetto di particolare attenzione da parte di Mosca. Una nota diffusa dal ministero degli Esteri russo informa infatti che “la Federazione Russa sarà costretta a rispondere con misure tecnico-militari e di altro tipo per affrontare le minacce alla sicurezza nazionale derivanti dall’adesione della Finlandia alla NATO”. Adesione che, secondo Mosca, ha compromesso irrimediabilmente decenni di saggia neutralità e fruttuosa indipendenza di Helsinki negli affari internazionali e minato le relazioni bilaterali con la Russia.
Dal canto suo, il ministero degli Esteri finlandese ha reso noto oggi di voler chiudere temporaneamente l’ufficio consolare nella città russa di Petrozavodsk, trasferendone le attività al Consolato Generale a San Pietroburgo. Una decisione analoga era stata già intrapresa all’inizio dell’anno relativamente all’ufficio consolare di Murmansk, nel nord-ovest della Russia. La motivazione ufficiale sarebbe la sostanziale riduzione delle attività preposte ai suddetti uffici.
Con la NATO che ingloba sfrontatamente i paesi nordici, il fronte tra l’Occidente e la Russia e il suo mondo multipolare si fa più netto che mai e uno scontro diretto è pericolosamente vicino.