Forum di San Pietroburgo: priorità sovranità economica
di Elisa Angelone
La 26esima edizione del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo (SPIEF) è iniziata ufficialmente ieri, 14 giugno. L’evento di quest’anno si concentra in particolare sul tema della sovranità economica e sull’interazione con i cosiddetti “paesi amici”. D’altra parte il titolo di questa edizione è piuttosto chiaro: “Sviluppo sovrano come base di un mondo giusto: unire le forze per le generazioni future”.
“È ormai evidente che la svolta della Federazione Russa verso est e verso sud è una tendenza a lungo termine”, si legge sulla stampa russa che pone l’accento proprio sulla nuova realtà che si è venuta a creare da un anno e mezzo a questa parte.
Mentre la stampa occidentale evidenzia la ridotta attrattiva di Mosca nei confronti degli imprenditori occidentali, da parte russa viene dato risalto all’interesse degli oltre 17 mila partecipanti internazionali provenienti da 130 paesi, tra cui Emirati Arabi Uniti, ma anche Cina, India, Brasile, Serbia, Algeria, Nicaragua e i paesi della CSI.
Al centro della giornata di oggi la capacità della Russia e di altri paesi del Sud globale di adattarsi alle “nuove condizioni”, accelerando ad esempio la creazione di piattaforme di pagamento regionali e gli scambi nelle valute nazionali. “Le banche di diversi paesi amici hanno mostrato interesse ad aprire filiali in Russia, ma non posso dire quali paesi” ha fatto sapere il capo della Banca centrale russa Elvira Nabiullina. A questo proposito le autorità russe hanno sottolineato la necessità di portare il volume degli scambi nelle valute dei paesi della SCO “al massimo livello possibile”. Secondo il ministro delle Finanze russo Siluanov, l’attuale trasformazione globale è e sarà dolorosa per quei paesi abituati ad essere leader, mentre il compito della Russia è quello di “assicurarsi la [propria] quota nella torta economica globale”.
Non è mancato oggi anche un accenno alla questione energetica. Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, intervenendo alla sessione dedicata all’energia, ha affermato che la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Ungheria sarebbe fisicamente impossibile senza le risorse russe. Nonostante la spinta a “diversificare” le fonti energetiche da parte di Bruxelles, “Budapest”, ha dichiarato Szijjarto, “intende la diversificazione come il maggior numero possibile di risorse e il maggior numero possibile di percorsi di consegna” e non come “la sostituzione di un fornitore affidabile con un altro”.
Domani, 16 giugno, è previsto l’intervento alla sessione plenaria del Forum del presidente russo Vladimir Putin