di Fabio Belli
“La Francia sta preparando un contingente di duemila persone da inviare in Ucraina”. È quanto afferma il direttore del servizio di intelligence russo, Sergei Naryshkin, che ha precisato come l’unità francese diventerà sicuramente un obiettivo prioritario per l’esercito russo. Al tempo stesso Naryshkin sostiene che l’Eliseo consideri che il numero di cittadini francesi caduti in Ucraina tra i volontari nella legione internazionale abbia già raggiunto “il livello superiore a quello psicologico”.
Le affermazioni del leader dell’intelligence russa sembrano trovare conferma nelle parole del capo di stato maggiore delle forze di terra francesi, generale Pierre Schill, secondo cui l’esercito si starebbe preparando a partecipare “ai conflitti più duri”. E nonostante la Germania escluda l’invio di truppe limitandosi ad annunciare l’ennesimo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina del valore di 500 milioni di euro, la mossa transalpina potrebbe essere tutt’altro che isolata visto che, secondo quanto scrive Politico, molti paesi dell’Unione europea si starebbero preparando ad aumentare gli stipendi, le pensioni militari e introdurre vari altri bonus. “I paesi occidentali vogliono rafforzare i propri eserciti e alcuni addirittura reintrodurre la coscrizione obbligatoria”, afferma la testata.
Putin intanto, in un discorso pronunciato oggi all’FSB, ha incaricato i servizi segreti di punire senza prescrizione i traditori che combattono contro la Federazione Russa. Il capo del Cremlino ha altresì affermato di aver discusso con i membri del governo l’attuazione dei grandi progetti sullo sfondo delle nuove sanzioni occidentali, oltre a ribadire la necessità di aumentare la prontezza al combattimento e di migliorare l’equipaggiamento delle forze di frontiera russe, soprattutto nel Mar Nero.
Nel frattempo, nel macabro scenario mediorientale, l’esercito israeliano prosegue gli attacchi mortali nella Striscia di Gaza a Rafah. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa palestinese, Wafa, almeno 14 civili, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi e molti altri feriti negli attacchi israeliani notturni contro edifici residenziali nei quartieri di Musabeh, Khirbat al-Adas e al-Janena.
Israele non sembra neanche curarsi delle timide avversioni di Washington. “Abbiamo una disputa con gli americani sulla necessità di entrare a Rafah”, ha detto il primo ministro Benjamin Netanyahu che poi prosegue, “non stiamo discutendo sulla necessità di eliminare Hamas, ma sulla necessità di entrare a Rafah e non c’è altro modo per farlo se non attraverso questa operazione di terra”, ha detto il primo ministro Netanyahu.
E il massacro continua e continuerà.