di Gionata Chatillard
Il Rassemblement National di Marine Le Pen vince, ma non sfonda. Questo, in sintesi, il risultato ottenuto dalla cosiddetta “estrema destra francese”, che nel primo turno delle legislative si è assicurata all’incirca il 33% dei voti. Il che, per il momento, si traduce in meno di 40 seggi, dal momento che le elezioni transalpine prevedono un ballottaggio a cui dovranno presentarsi i candidati che non sono andati oltre il 50% delle preferenze al primo turno.
Per sapere chi governerà, occorrerà dunque aspettare domenica prossima, quando si attribuiranno i posti ancora in bilico, ovvero quasi tutti. Sembra però difficile che il Rassemblement National -che ha ottenuto risultati inferiori rispetto a quanto pronosticavano i sondaggi- possa ancora centrare l’obiettivo della maggioranza assoluta. Anche perché il centro del presidente Emmanuel Macron e la sinistra di Luc Mélenchon hanno già deciso di fare fronte comune per sbarrare la strada alla formazione di Le Pen.
Capitanato dal 28enne Jordan Bardella, il Rassemblement National è comunque riuscito per la prima volta a essere il partito più votato dai francesi. Un risultato ottenuto in un processo elettorale a cui ha partecipato circa il 66% dei cittadini, oltre 20 punti in più rispetto alle legislative del 2022. Qualora non dovesse raggiungere i 289 seggi necessari per avere la maggioranza assoluta, la formazione di destra potrebbe comunque cercare di governare cercando alleati di comodo. Le alternative, d’altronde, non sarebbero più praticabili, data l’enorme distanza ideologica che divide il resto dei partiti politici, accomunati praticamente solo dall’avversione a Le Pen. E questo nonostante il Rassemblement National non sia più il partito antisistema che era fino a qualche tempo fa. Macron e la sinistra continuano ad agitare il fantasma dell’estrema destra per portare a casa voti, ma la realtà è che la formazione conservatrice si è decisamente moderata con il passare degli anni. Da una parte, arretrando in questioni come la lotta all’euro e all’Unione Europea. Dall’altra, iniziando a prendere le distanze dalla Russia di Vladimir Putin proprio adesso che gli eredi di Jean Marie Le Pen iniziano a sentire odore di Governo.
Tutto ciò non ha comunque impedito che in varie città della Francia si svolgessero ieri violente manifestazioni di sedicenti gruppi “antifascisti”, a cui le forze dell’ordine hanno risposto usando gas lacrimogeni e idranti.
In attesa dei risultati del ballottaggio di domenica prossima, il primo turno delle legislative ha comunque già azzerato il peso politico di Macron. Nonostante abbia ottenuto più voti rispetto alle elezioni europee di inizio giugno, il blocco politico sponsorizzato dall’inquilino dell’Eliseo non ha raccolto oltre il 21% delle preferenze, almeno 7 punti in meno della sinistra di Mélenchon, con cui sarà probabilmente costretto ad intendersi se non vorrà lasciare il Governo del paese al tanto temuto Rassemblement National.