di Jeff Hoffman
Scordiamoci il passato e restiamo nella NATO. Questo, in estrema sintesi, il neonato sentimento espresso dal partito di Marine Le Pen dopo la vittoria alle elezioni europee.
“Non ho intenzione di mettere in discussione gli impegni presi dalla Francia a livello internazionale perché c’è un gioco di credibilità con i nostri partner europei e con i nostri alleati della NATO”.
Così si è espresso Jordan Bardella, presidente di Rassemblement National che, in vista delle elezioni politiche, ha pensato bene di rientrare nei ranghi del potere e cancellare dal programma politico l’uscita dalla NATO.
“Bisogna essere realisti; sono il candidato della verità e non mento ai francesi”, ha dichiarato Bardella
Immediatamente dopo le elezioni europee, infatti, il partito di Marine Le Pen si è affrettato a rimuovere dal sito web ufficiale il piano di riavvicinamento alla Russia e tutte le sezioni di politica estera non gradite ai padroni universali.
Ciò che i giornali non dicono è che il presidente francese Emmanuel Macron ha stipulato un accordo con la Casa Bianca per l’acquisto di 210 miliardi di dollari di debito pubblico statunitense.
La quota di debito pubblico a stelle e strisce detenuta dalla Francia all’arrivo di Macron, nel 2017, ammontava a 74 miliardi di dollari, cresciuti fino a 182 miliardi a febbraio 2023 che, negli ultimi dodici mesi, sono aumentati di cento miliardi fino alla considerevole cifra di 284 miliardi di dollari.
D’altro canto, il dato di fatto è che mentre la Commissione europea serrava i ranghi della sovranità francese (e di altri paesi) con un procedimento di infrazione, gli imprenditori di Oltralpe hanno iniziato a dialogare con Marine Le Pen che, come da manuale, ha puntato il dito contro la sinistra radicale che, a suo dire, sarebbe colpevole di antisemitismo.
“L’estrema sinistra è colpevole di stigmatizzazione degli ebrei e strumentalizzazione del conflitto israelo-palestinese!, ha scritto sul suo profilo X Marine Le Pen.
Così, fra un invio di mercenari e l’altro, mentre una giornalista d’inchiesta francese finiva dietro le sbarre per un’inchiesta sulla vendita di armi a Tel Aviv, l’elite globalista sembra voler riadattare i risultati elettorali alla bisogna.
E lo spettacolo continua.