di Fabio Belli
Ieri sera, 14 gennaio, Stati Uniti e Regno Unito hanno nuovamente effettuato attacchi aerei sulle posizioni del movimento Houthi. Secondo fonti militari e diplomatiche, a essere presi di mira sarebbero stati obiettivi nell’area di Al Luhayyah, nel nord della provincia costiera di Al Hudaydah sul Mar Rosso”. Le stesse fonti hanno precisato che la decisione di Washington di colpire lo Yemen sarebbe maturata già il primo gennaio nell’eventualità che la diplomazia non avesse fornito risultati concreti. Decisione che avrebbe registrato le perplessità di Londra, dell’Unione europea e degli alleati mediorientali che avrebbero messo in guardia gli Stati Uniti sulla possibilità di un conflitto diretto con l’Iran.
Alle 16:45 di ieri, inoltre, il cacciatorpediniere della Marina statunitense Laboon è stato attaccato da un missile da crociera lanciato dallo Yemen. Ad affermarlo è stato il Comando Centrale degli Stati che ha precisato l’abbattimento del missile, senza danni, effettuato da un caccia statunitense, in prossimità della costa di Hudaydah.
Il fuoco sul Mar Rosso non conosce tregua. Oggi, 15 gennaio, alle ore 16 ora locale, una nave mercantile statunitense è stata colpita da un missile vicino alle coste dello Yemen. L’incidente sarebbe avvenuto a 95 miglia nautiche a sud-est di Aden. Il comandante della nave, la Gibraltar Eagle, in rotta dal porto sudcoreano di Pohang a Suez, ha riferito di un danneggiamento del lato sinistro dell’imbarcazione.
I continui attacchi yemeniti stanno spingendo gli Stati Uniti a cercare disperatamente le armi degli Houthi ma, come afferma il New York Times, citando alcuni funzionari statunitensi, Washington sarebbe in grave difficoltà vista la lunga esperienza del movimento nel nascondere gli arsenali in virtù degli 8 anni in cui hanno reagito ai bombardamenti sauditi.
Inoltre, secondo il Washington Post, due marines risulterebbero dispersi in mare nel Golfo di Aden, dopo un’operazione fallimentare di abbordaggio di una nave che presumibilmente trasportava armi destinate agli Houthi. Nel dettaglio uno dei due militari sarebbe scivolato in acqua per via del mare agitato e il compagno si sarebbe avventato invano per aiutarlo. Il consigliere del Ministero dell’Informazione dello Yemen, Tawfiq al-Hamiri, ha avvertito che il suo Paese si sta preparando a reagire ai recenti attacchi militari guidati dagli Stati Uniti per porre definitivamente fine all’egemonia di Washington.
Nel frattempo, si fanno sentire le conseguenze economiche della crisi nel Mar Rosso dove il volume dei trasporti di container è crollato del 70% al di sotto dei livelli previsti. Esportazioni e importazioni dell’Unione europea sono diminuite rispettivamente del 2% e del 3,1% in un mese. Nei primi 11 giorni dell’anno i ricavi del Canale di Suez, che gestisce il 15% del commercio globale e il 30% dei container, sono diminuiti del 40% con un transito inferiore del 30% data la decisione di molte compagnie di navigazione di optare per la circumnavigazione dell’Africa.
Ovviamente Europa e Mediterraneo sono le aree più interessate dalla crisi. Il tutto mentre a Levante, secondo i dati dell’Amministrazione Generale delle Dogane cinesi, il fatturato commerciale tra Russia e Cina nel 2023 è aumentato del 26,3% rispetto all’anno precedente, raggiungendo il record storico di 240,11 miliardi di dollari.