di Fabio Belli
Le estrazioni di gas israeliane nella Striscia di Gaza sono illegali.
È quanto ha appreso l’ENI da uno studio legale statunitense che ha avvisato la multinazionale italiana di non avviare alcun genere di attività nelle aree marittime della Striscia di Gaza in quanto costituiscono Zona Economica Esclusiva della Palestina.
Dopo le concessioni rilasciate dal Ministero dell’Energia israeliano, alcune associazioni palestinesi operanti nel campo dei diritti umani avevano reclamato le licenze su un’area complessiva di 5.888 chilometri quadrati alcune delle quali considerate illegali e il cui uso da parte di Israele avrebbe violato il diritto internazionale.
Al centro della controversia, oltre all’ENI, vi sarebbero anche la britannica Dana Petroleum Limited, e l’israeliana Ratio Petroleum. Stando al parere legale di oltre oceano, le gare a cui avrebbero partecipato le tre aziende appaltatrici sarebbero illegali e, qualora le aree venissero riconosciute alla Palestina, le aziende non potranno essere risarcite dal governo israeliano.
Per Eni e le altre due aziende oltre al danno la beffa considerando anche che, nonostante le palesi responsabilità sul massacro perpetrato nell’enclave palestinese, qualsiasi società coinvolta nello sfruttamento energetico del territorio potrebbe essere accusata di veri e propri crimini di guerra al pari del governo israeliano.