di Fabio Belli
“Gli Stati Uniti non saranno risparmiati da questo fuoco se il genocidio a Gaza continuerà”, parole del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian nel suo intervento di ieri all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Questa è la nostra casa e l’Asia occidentale è la nostra regione”, ha affermato il capo della diplomazia di Teheran accusando Washington di “gestire il genocidio in Palestina” e facendo sapere di non voler scendere ad alcun compromesso.
Nel frattempo, come ha riferito il generale iraniano Karim Chashak, le forze di terra della Repubblica Islamica hanno iniziato un’esercitazione di due giorni chiamata Potenza 2023. Le manovre si svolgono vicino alla città di Isfahan, nella parte centrale del Paese.
Per il New York Times vi sarebbero ulteriori dubbi sull’avvio dell’operazione di terra a Gaza da parte di Israele, nonché divergenze tra comando militare e governo. Secondo la pubblicazione, il premier israeliano Benjamin Netanyahu si sarebbe rifiutato di firmare l’ordine per timore di perdere ulteriore consenso nell’opinione pubblica. L’articolo rileva dunque una frattura tra la leadership militare, che spinge per lanciare l’operazione e parte del governo, indeciso su come agire. Non a caso la scorsa notte le forze armate israeliane, oltre ai consueti attacchi aerei nella Striscia di Gaza, hanno lanciato via terra solamente un raid su piccola scala nell’enclave palestinese. Sempre nella notte un missile non identificato ha colpito la località turistica egiziana di Taba, sul Mar Rosso, appena oltre il confine con Israele, danneggiando un ospedale e ferendo almeno sei persone. Secondo il Times of Israel, non vi sarebbe sicura correlazione con l’offensiva su Gaza: anzi, come di consueto, il contrammiraglio israeliano Daniel Hagari, portavoce dell’IDF, ha scaricato la colpa su altri attribuendo la provenienza del missile “dall’area del Mar Rosso” con un evidente riferimento alle forze Yemenite. Lo stesso portavoce ha affermato inoltre che Hamas utilizzerebbe l’ospedale Shifa come quartier generale sotterraneo e che quindi l’energia necessaria ai pazienti della struttura venga in realtà utilizzata per alimentare una cellula terroristica sotterranea.
Il tutto senza fornire prove concrete, ma probabilmente lanciando un segnale che l’ospedale sarà presto bombardato.
Secondo quanto riferisce a Sputnik Abu Marzouq, vice capo dell’ufficio politico di Hamas, il movimento palestinese sarebbe pronto a rilasciare ostaggi civili, ma non può farlo a causa degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza.
Intanto l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha insistito sul fatto che il bilancio delle vittime fornito dal ministero della sanità di Gaza, che oggi sale a 7.028 persone morte, tra cui 2.913 bambini, è sempre stato affidabile. La critica dell’agenzia si riferisce alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che aveva affermato di non avere “nessuna fiducia” sui dati palestinesi. “In passato, negli altri conflitti a Gaza, queste cifre erano considerate credibili e nessuno le ha mai realmente messe in discussione”, ha riferito il responsabile dell’organismo delle Nazioni Unite.