di Fabio Belli e Domenico D’Amico
18Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato un disegno di legge per finanziare il governo federale, un piano che non include ulteriori aiuti a Israele e Ucraina, che dovranno essere considerati separatamente.
Le forze armate israeliane hanno riferito di nuovi attacchi aerei su Gaza. Attacchi che a loro dire avrebbero colpito diversi obiettivi di Hamas permettendo la cattura di gruppi islamici e la distruzione di avamposti strategici. Le truppe dell’IDF hanno ucciso almeno cinque palestinesi durante un raid notturno nella città di Jenin e nell’adiacente campo profughi nella Cisgiordania occupata.
Le stesse forze israeliane sostengono che lo spostamento degli attacchi nel sud di Gaza sia praticamente imminente. “L’obiettivo della guerra è la distruzione di Hamas. Sappiamo che molti terroristi sono fuggiti verso sud e per eliminarli dobbiamo manovrare lì”, ha riferito una fonte militare.
A conferma il ministro della Difesa israeliano Gallant ha dichiarato: “Abbiamo completato l’occupazione e lo sgombero dell’intera parte occidentale di Gaza City, la fase successiva è iniziata: le forze stanno agendo in modo chiaro, deciso, in un altissimo coordinamento tra forze aeree, marittime e di terra, accompagnate da un’intelligence molto forte e completa”, facendo intendere poi che inizia ora una nuova fase che probabilmente riguarderà proprio la parte sud della striscia di Gaza.
L’impressione di una volontà dell’esercito di occupare tutta la Striscia si fa ormai certezza.
Intanto, secondo il Times of Israel, a Tel Aviv il gabinetto di guerra viene attaccato ferocemente da alcuni estremisti al governo a causa della concessione di Israele di far entrare a Gaza due autocisterne di carburante. Una concessione effettuata su pressioni di Washington, ma che non è piaciuta al ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir. “Finché i nostri ostaggi non ricevono nemmeno la visita della Croce Rossa, non ha senso fare doni umanitari al nemico”. Critiche anche dal ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, lo stesso che sostiene che i palestinesi non esistono e che potrebbero emigrare altrove.
Sempre il Time of Israel, individua non a caso una corrente più morbida nei confronti della Palestina. Un anonimo funzionario del governo di Tel Aviv, citato dal quotidiano, non avrebbe escluso del tutto il controllo di Gaza da parte dell’Autorità Palestinese dopo la guerra, sebbene il tutto sia subordinato a richieste di garanzie e riforme della stessa autorità.
In giornata Reuters ha dato poi notizia di un comunicato di Hamas che si rendeva disponibile a un rilascio di 50 ostaggi israeliani in cambio di un cessate il fuoco tre giorni. Nel frattempo però l’ambasciatore israeliano in Russia Alexander Ben Zvi, in un’intervista al canale televisivo Rossiya 24, ha reso noto che non esiste al momento alcun negoziato tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi.
Mentre all’ONU il capo dell’Ufficio per i diritti umani Volker Turk ha denunciato violazioni gravi del diritto internazionale nella guerra tra Israele e Hamas e chiede un’indagine internazionale. Ma Israele nega ogni addebito, come dichiara il suo rappresentante all’ONU; e il massacro dei palestinesi va avanti.