di Fabio Belli
Il via libera alla guerra nella Striscia di Gaza proviene direttamente dagli Stati Uniti. È quanto ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Lior Ben-Dor, in un’intervista all’Arab World Press. Non a caso la premiata ditta Tel Aviv Washington ha lasciato il segno tra i 10 membri che ieri, 12 dicembre, hanno votato contro al cessate il fuoco nell’enclave palestinese. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione con 153 voti favorevoli tra cui Francia, Spagna, Belgio e Grecia, 23 astenuti tra cui l’Italia.
Il primo ministro, Giorgia Meloni, ha motivato la decisione perché il testo presentato a New York, a suo dire, sarebbe stato troppo sbilanciato in quanto privo di ogni riferimento a condannare la strage del 7 ottobre.
Intanto, mentre prosegue senza sosta il massacro a dispetto di qualsiasi decisione internazionale, la cosiddetta “unica democrazia del Medio Oriente” espande il raggio di azione. Le forze di difesa israeliane hanno riferito oggi che alcuni aerei militari hanno effettuato attacchi contro obiettivi del movimento sciita Hezbollah in Libano che a sua volta avrebbe risposto con lancio di missili verso Israele.
E sul conflitto israelo palestinese si è espresso anche il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. Intervenuto alla camera alta russa, ha affermato che né Israele né i suoi alleati occidentali vogliono che i palestinesi creino uno stato indipendente nei territori occupati di Gaza e Cisgiordania. Lavrov ha inoltre ribadito che la Russia non accetterà mai alcun accordo che possa violare sia la sicurezza di Israele che gli interessi palestinesi. Il capo della diplomazia russa ha infine sottolineato la necessità di una conferenza internazionale per trovare una soluzione in tutto il Medio Oriente.