di Fabio Belli
Il presidente russo Vladimir Putin, ha incontrato oggi il presidente palestinese Abu Mazen, in visita ufficiale a Mosca.
L’incontro tenutosi nella residenza di Novo-Ogarevo, è durato circa tre ore e si è focalizzato in particolar modo sulla crisi nella Striscia di Gaza. Putin si è detto favorevole alla creazione di uno Stato palestinese a tutti gli effetti per poter garantire una pace duratura, affidabile e stabile in Medio Oriente. Dal canto suo Abu Mazen, che ha definito la Russia uno dei più cari amici della Palestina, ha osservato che l’ONU, a causa delle pressioni degli Stati Uniti, ha fallito nella sua missione e non ha adottato una risoluzione che garantisse i diritti del popolo palestinese. “Le autorità palestinesi non accetteranno tentativi di espatriare persone dalla Striscia di Gaza, dalla Cisgiordania o da Gerusalemme Est”, ha sottolineato il leader palestinese. Il capo del Cremlino ha poi promesso alla controparte di fare di tutto per sostenere il popolo palestinese durante questa catastrofe umanitaria.
Una catastrofe che, tuttavia, sembra interessare economicamente e pesantemente anche il vicino israeliano. Non a caso, Fitch ha declassato il rating del debito del paese da “A+” ad “A”. Una decisione che l’agenzia di rating ha motivato in previsione di un conflitto che potrebbe protrarsi anche nel 2025 e che, in tal caso, metterebbe a dura prova le finanze pubbliche di Israele.
L’agenzia di rating ha poi citato il deficit di bilancio previsto pari al 7,8% del PIL nel 2024, e un debito destinato a “rimanere al di sopra del 70% del PIL nel medio termine”.
Già a febbraio, l’altra agenzia di rating, Moody’s, aveva declassato il debito israeliano ad A2.
Ma intanto la catastrofe prosegue.