di Jeff Hoffman
374 voti a favore, 251 contrari e 11 astensioni. Questo l’esito del voto al Bundestag, la camera bassa della Repubblica Democratica tedesca, sulla cosiddetta “legge sull’autodeterminazione”, che permetterà ai cittadini tedeschi dai 14 anni in su di cambiare sesso e nome con una semplice autocertificazione.
Niente più certificati medici e pareri giuridici, quindi, ma una semplificazione delle procedure per facilitare, se non incoraggiare, il cambio di identità di genere.
I minorenni tra i 14 e i 18 potranno quindi presentare la richieste in autonomia, sebbene con l’approvazione dei genitori o dei tutori. Nel caso in cui questi ultimi non siano d’accordo, il minore potrà comunque rivolgersi a un tribunale. Mentre per i minori di 14 anni la richiesta dovrà essere presentata dai genitori o dai tutori legali.
Salta agli occhi che, secondo la nuova legge tedesca, sarà comunque possibile operare un “contro-cambio di genere” a distanza di un anno dall’accettazione della domanda precedente. Vale a dire che se da uomo a donna non ti sei trovato a tuo agio hai comunque diritto a cambiare idea.
“Mostriamo rispetto per le persone trans, intersessuali e non binarie, senza togliere nulla agli altri”, ha dichiarato Olaf Sholz dimenticandosi però di aver appena rifiutato l’ingresso in Germania all’ex ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, impedendogli non soltanto l’ingresso nel paese ma anche la partecipazione virtuale al congresso sulla Palestina organizzato dal movimento politico da lui stesso fondato.
A proposito di minoranze, a conferma della teutonica garanzia dei diritti a intermittenza, Scholz ha inoltre dato il via libera alle semplificazioni per la richiesta della cittadinanza tedesca, per la quale saranno necessari 5 anni di residenza a fronte degli 8 anni previsti dalla precedente legge.
E l’agenda venti trenta continua.