di Fabio Belli
Il PIL tedesco diminuirà dello 0,5% quest’anno a causa della crisi energetica e degli elevati tassi di interesse.
È quanto afferma l’istituto tedesco IMK, secondo cui anche la precedente previsione di una crescita dell’1,2% del PIL, ipotizzata la scorsa primavera per il 2024, sarebbe da rivedere al ribasso e precisamente allo 0,7% sebbene altri istituti economici tedeschi, come l’Ifo, siano più ottimisti.
Secondo il rapporto dell’IMK, i consumi privati si riprenderanno a partire dalla fine del terzo trimestre grazie al calo dell’inflazione e ai maggiori aumenti salariali. In questo modo, continua la pubblicazione, “questo sviluppo positivo tardivo servirà solo a mitigare la recessione nel 2023”.
La Germania, che aveva iniziato la sua serie negativa con il primo trimestre a -0,3%, subirà ancora una contrazione in questo periodo anche a causa della crescente debolezza dell’industria. Non a caso l’amministratore delegato di Deutsche Bank, Christian Sewing, aveva avvertito che senza risolvere le questioni economiche strutturali, la Germania potrebbe essere definita il “malato d’Europa”.
Da locomotiva a carcassa il passo dunque sembra essere breve.