di Fabio Belli
I media yemeniti riportano l’ennesimo attacco congiunto di aerei da guerra americani e britannici sul Paese arabo.
Secondo quanto riferito dalla rete televisiva Al-Mayadeen, la zona di Al-Jabaneh della città di Hudaydah e quella di Al-Araj sono state colpite da attacchi aerei nelle prime ore di oggi, 21 febbraio. Il Pentagono ha confermato che fino a ieri l’esercito statunitense aveva effettuato 32 attacchi contro lo Yemen utilizzando aerei da guerra e missili. Il vice portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha anche riconosciuto l’abbattimento di un drone MQ-9 Reaper vicino allo Yemen da parte dell’esercito del Paese arabo.
Nel frattempo, in attesa della soluzione finale a Rafah, i media libanesi riportano un attacco aereo israeliano causa la morte a una bambina di sei anni e sua madre nel villaggio di Majdal Zoun, nel sud del Libano. Due vittime, sempre a causa delle offensive di Tel Aviv, si registrano anche a Damasco dopo che diversi missili israeliani hanno colpito un edificio residenziale nel distretto di Kafr Sousa, ad affermarlo è l’agenzia siriana SANA.
E mentre il mondo, tranne quello Occidentale, condanna il veto degli Stati Uniti alle Nazioni Unite per un cessate il fuoco a Gaza, Washington annuncia nuove sanzioni alla Russia per domani, ma la vassalla Unione europea si porta avanti con il lavoro ed esegue il 13° pacchetto. Il provvedimento, col chiaro intento di spezzare le reni a Mosca, imporrà restrizioni a 193 persone fisiche e giuridiche ed entrerà in vigore il 24 febbraio nel secondo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina. Il Regno Unito, invece, si erge a capofila per sanzionare la leadership della prigione di Yamal, dove è morto il blogger russo Alexei Navalny. Ai leader della colonia penale sarà vietato l’ingresso nel paese britannico: le sanzioni includono anche il congelamento dei beni.